Arrivano dall'Inghilterra le rivelazioni shock di Darren Fletcher. Il centrocampista scozzese del Manchester United ha confessato per la prima volta al Daily Mail di aver sofferto di una grave malattia a partire dal 2008: il morbo di Crohn, un'infiammazione intestinale cronica che ha messo a forte rischio la sua carriera. "Andavo in bagno 30 volte al giorno - le sue parole, non riuscivo neanche più a guardarmi allo specchio".
Insignito dal tabloid britannico dell'Ian Wooldridge Award, Fletcher ha voluto rivelare a tutti la storia della sua malattia, che non era riuscito a confessare nemmeno ai suoi compagni di squadra: "Lo sapevano solo la mia famiglia, i medici dello United e Sir Alex Ferguson". Ferguson, appunto: l'uomo che l'ha aiutato a rialzarsi. "Abbiamo deciso assieme di non rivelare nulla ai miei compagni, ma più passava il tempo più diventava difficile: i ragazzi capivano che c'era qualcosa che non andava e mi facevano domande, non riuscivano a capire come mai non rimanessi mai fuori per una cena o per una birra". E poi c'erano gli effetti collaterali delle cure a base di steroidi: "Ero arrivato a pesare meno di 60 chili (lui che è alto 1 metro e 85, ndr), il mio corpo era magrissimo ma la faccia continuava a gonfiarsi: ero orribile, non riuscivo nemmeno più a farmi guardare da mia moglie e dai miei bambini. Poi c'erano mal di testa lancinanti e il continuo bisogno di andare in bagno - continua Fletcher -: dovevo sempre avere vicina una toilette, a volte mi svegliavo la mattina per recarmi agli allenamenti e non riuscivo a muovere un singolo muscolo".
Le cure contro la colite ulcerosa hanno avuto effetto, ma per guarire Fletcher ha dovuto sottoporsi anche a diversi interventi per la rimozione di parte dell'intestino crasso: "L'ultima operazione nell'agosto 2013, a ottobre giocavo già con le riserve e da lì sono rientrato stabilmente. Se non avessi avuto la possibilità di allenarmi probabilmente non sarei riuscito ad andare avanti: il fatto che sia tornato ad essere un calciatore professionista dà speranza a tante persone, il calcio da questo punto di vista è un grande veicolo". E ora che a 30 anni è tornato a vestire anche la fascia di capitano della Nazionale scozzese, Fletcher si sente davvero un leone: "Adesso non c'è davvero nulla che può fermarmi: vivo una vita normale e gioco nella squadra dei miei sogni".