Non è certamente l'anno dei brasiliani all'ombra del Vesuvio, questo è poco ma sicuro. Una stagione iniziata male che rischia di finire peggio. Rafael, Henrique e Jorginho: nessuno ha confermato gli ottimi propositi della scorsa stagione. E il futuro in azzurro adesso non è più così scontato come sembrava soltanto un anno fa. Senza considerare il buon Bruno Uvini, che ormai si limita soltanto a lavorare in gruppo a Castel Volturno in attesa dell'addio definitivo.
RAFAEL – Una caduta libera quella dell'estremo difensore paulista, un'involuzione disarmante. Ormai le sue panchine non fanno più notizia, una sola gara da titolare nelle ultime sei. Un vortice dal quale sembra quasi impossibile uscirci considerando il poco tempo a disposizione e la fase cruciale della stagione. Il periodo più difficile della sua carriera gli è costato anche la nazionale per i match con Francia e Cile di questo mese, l'ultima chiamata prima della lista per la Coppa America che si terrà in estate. L'ex Santos rischia quindi di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano a fine stagione: senza un posto da titolare nel suo club e senza la Seleção dove finora aveva sempre fatto parte. A oggi gli scenari sembrerebbero due in vista della prossima stagione: un prestito altrove, o la permanenza in azzurro ma alle spalle di un portiere di maggior affidabilità. Eppure se era stato individuato come erede di Reina da una parte e da Julio Cesar dall'altra un motivo c'era. Poi il collasso psicologico.
HENRIQUE – Ieri è toccato all'ex capitano del Palmeiras rendersi protagonista in negativo. Prima un assist perfetto per il gol dell'1-0 e una buona prestazione, poi il fallo da rigore e l'espulsione che ha rovinato la gara e l'assalto al secondo posto. Una prima parte di stagione da desaparecido condizionata da un netto ritardo di condizione causa Coppa del Mondo e forse un senso di appagamento per la manifestazione raggiunta nella fase finale della carriera, poi l'addio sfiorato a gennaio col forte pressing del Cruzeiro. Fu Rafa Benitez a declinare gentilmente l'offerta del club di Belo Horizonte, in estate potrebbe essere l'occasione giusta per far ritorno in Patria. Perché in Brasile assicurano che abbia la famosa saudade.
JORGINHO – Doveva essere l'uomo delle geometrie, il faro della mediana del Napoli. La precisione brasiliana affiancata al tatticismo italiano: altroché. Dopo un anno è calato a picco, da rivelazione dello scorso campionato con l'Hellas Verona a una discesa preoccupante. Deficit di personalità, è crollato sotto la pressione massacrante della piazza partenopea. Il modulo probabilmente non lo aiuterà, ma non a tal punto da giustificarlo per un tale peggioramento. Poco filtro davanti alla difesa e poca lucidità nell'impostare, irriconoscibile. In ogni caso verrà comunque riscattato interamente dal club veneto, poi si deciderà cosa fare insieme all'allenatore come confermato anche dal suo procuratore: "Nel prossimo mercato possono succedere tante cose". Col Milan sullo sfondo, insieme a quella nazionale italiana che sembrava così vicina.
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