441 giorni, 63 settimane, 1 anno più 2 mesi e 16 giorni. E' passato tutto questo tempo dall'arrivo di Nikola Maksimovic, il difensore più costoso della storia del Napoli. Il mistero più grosso della gestione Sarri e degli ultimi anni. Torniamo un attimo indietro nel tempo, ripercorrendo le dichiarazioni dei tre protagonisti: lo stesso Maksimovic, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, il suo allenatore Maurizio Sarri. A partire dalle avvisaglie pre-trasferimento, che risalgono al 19 agosto 2015:
Se lo scarrafone sia bello o meno, non ci giureremmo. Però dodici mesi dopo il patron azzurro di milioni ne ha scuciti più del doppio.
Poche volte ha giocato Maksimovic, poche volte ne ha parlato De Laurentiis. A parte il solito tweet di benvenuto, il 31 agosto 2016:
"Un benvenuto anche a Maksimovic, un'altra pedina giovane e di talento per il nostro Napoli"
La bontà della scelta del serbo è stata confermata sin da subito ("Maksimovic è un punto fermo del nostro mercato e lo trattavamo da quasi due anni"), anche quando è incappato in un errore contro il Besiktas in Champions League ("Maksimovic non è più così giovane, gioca da anni al Torino ma può capitare che un pallone possa finire sul braccio").
Quando un acquisto costa tanti milioni, la speranza è che giochi con continuità per evitare che venga bollato come 'strapagato': De Laurentiis questo lo sa, ed anche nel caso di Maksimovic lo ha rimarcato lo scorso anno ("Al centro siamo in abbondanza, abbiamo preso Maksimovic che ci è costato caro"). Anche a costo di parlare fin troppo chiaro ("Non sono un cretino, e nemmeno Giuntoli: se abbiamo speso 23 milioni per Maksimovic è perchè pensiamo sia fortissimo"). I milioni non risultano essere 23, ma 25 più uno di bonus. E per un giocatore che ha totalizzato quattordici presenze sono sinistramente troppi.
Una dichiarazione ai tempi del Torino fa sorridere, pensando alla situazione attuale: "Non sono uno che cambia solo perché ti viene a cercare un top club. E’ inutile andare in una grande squadra se poi guardi giocare gli altri". Firmato Nikola da Bajina Basta. State sorridendo, no? Perchè effettivamente è andata così, dopo le visite mediche a rischio a causa di una coincidenza aerea ed una presentazione ufficiale mai avvenuta (chissà che novità, peraltro, quando si parla di nuovi calciatori del Napoli).
Dopo aver rotto con l'ambiente Torino e con Sinisa Mihajlovic, Maksimovic ha debuttato contro il Benfica. Un'attesa che lo ha portato a lasciarsi andare:
A confermare che la spesa effettuata da De Laurentiis e la scelta - sua - di accettare Napoli era quella giusta:
Al calciatore piace sia la squadra sia la città ("Ho fatto la scelta giusta, avevo ragione: tutto più piacevole, lavoro con piacere. Dopo la gamba rotta, lo spiacevole episodio coi granata dopo anni bellissimi a Torino, posso dire che mi piace molto Napoli"), nonchè lo stesso Sarri:
Ecco, la continuità: lo scorso anno la striscia di presenze consecutive è arrivata a tre (ottobre) oppure a quattro (a febbraio, su cinque partite). Non tantissima, insomma. Un anno incolore, quantomeno di crescita se vogliamo essere ottimisti. Il serbo lo è, eccome se lo è:
Dopo quindici mesi dal suo arrivo, tutti aspettano una vera e propria chance per Maksimovic. Certo, Albiol e Koulibaly non si toccano...ed il pericolo maggiore per il serbo è quello di rimanere intrappolato sotto la sua mega-valutazione: come Gokhan Inler, ricordate?
Non ci sono dichiarazioni dirette di Sarri nei confronti di Maksimovic, per i primi quattro mesi di stagione. Escludendo qualche accenno alla condizione fisica e tattica, saltiamo direttamente a dicembre e all'ottimismo che traspare dalle sue parole:
Verranno fuori, sì, ma quando? Prima o poi, perchè
Primi problemi, insomma. Primi sospetti, divenuti certezze col passare delle settimane e dopo una lunga serie di allenamenti - intervallati dalle pause per le qualificazioni Mondiali:
Azzerare il modo di pensare di un calciatore, a venticinque anni, non è semplice. Per niente, a maggior ragione se è un difensore che deve avere a che fare con Maurizio Sarri e la sua maniacale cura dei movimenti. Il dubbio persiste, nella mente dell'allenatore azzurro:
Mentre Maksimovic accumula panchine su panchine (su 69 partite giocate dal Napoli: 10 volte non convocato, 14 presenze...il dato delle panchine è facile: 45), Sarri corre e lotta per il secondo posto. Senza dimenticare, a domanda precisa, la condizione del suo quarto difensore in rosa:
Difende la scelta, Sarri. E ne giustifica il rendimento evidentemente non sufficiente, inadeguato per la spesa:
Nel mezzo di ben diciotto 'puntate' tra interviste, tweet e conferenze stampa, un report de La Stampa risalente al dicembre del 2016: "Pare che al tecnico non piaccia il modo in cui Maksimovic affronta gli allenamenti, cioè senza rabbia. Quella, invece, il 25enne difensore serbo pare avercela quando si sfoga con gli amici". La questione molto semplice si può ricondurre ai risultati: se arrivano, la ragione è di chi li ottiene. Maksimovic o non Maksimovic, che piaccia o meno il modo in cui si allena.
Però il mistero - Maksimisterovic, potremmo definirlo - è ancora lontano dall'essere risolto. Se nella scorsa stagione è stato condizionato da una piccola placca dopo una frattura del quinto metatarso del piede sinistro, intervento eseguito il 24 maggio a Villa Stuart, per questa stagione l'utilizzo è stato limitato a sole due partite. Non ha senso che Sarri dica
E' inesatto dirlo, Maksimovic ha giocato contro Spal e Feyenoord solo perchè il rumeno ed Albiol erano infortunati. Quei 180 minuti sono anche gli unici di tutta la stagione, all'interno della quale i risultati danno ragione a Sarri. Finora Nikola Maksimovic, il difensore più costoso della storia del Napoli, ha ricoperto un ruolo marginale. Lo dicono i numeri.
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