Porto- Napoli, a quelli che hanno da tempo scavallato gli “anta” richiama alla mente una grande impresa del Napoli, all’epoca allenata da Vinicio. Era un Napoli che incantava in Italia per il suo gioco olandese, per la difesa in linea, per la tattica del fuori gioco che era uno novità assoluta per il calcio italiano. Era un Napoli “mitico: Carmignani, Landini, Orlandini, Burgnich, La Palma, Esposito, Massa, Juliano, Clerici, Canè, Braglia. Gli azzurri avevano vinto 1-0 all’andata al San Paolo e per dirla tutta ben pochi speravano che ad Oporto Clerici e soci potessero passare il turno. Fu una autentica battaglia. Gli azzurri partirono sparati, dopo 5 minuti un palo di Canè. Ma il tempo passava e il Porto poco alla volta cinse di assedio l’area azzurra. Una riresa palpitante, col Porto tutto in avanti, il Napoli arroccato davanti a Carmignani, con due “vecchi” come Burgnich e Landini a guidare un reparto in cui c’era un giovanissimo La Palma e Orlandini che da mediano fu inventato terzino sinistro. Ma era pur sempre il Napoli di Vinicio, che appena poteva provava ad attaccare. Il gol della vittoria arrivò in contropiede. Il tutto partendo da una respinta di pugni di Carmignani che avviò l’azione, che passò da Braglia a Canè per poi essere rifinita da Clerici. Fu l’apoteosi a dieci minuti dalla fine. Fu una grandissima impresa, forse la prima vera impresa del Napoli in Europa, i tifosi ancora la ricordano, anche se in fin dei conti si trattava di una gara solo del terzo turno, giocata ai primi di novembre.