Quello che vedete in foto è Cengiz Ünder, estroso calciatore della Roma, appena ventenne, che esulta allo stadio Olimpico dopo il gol del momentaneo 3-1 al Benevento. Fa un gesto universalmente riconosciuto: gambe unite, braccio piegato e mano dritta alla tempia. Il saluto militare. Apparentemente nulla di strano, ma Ünder è turco e in Turchia quel gesto, da venti anni a questa parte, ha assunto un significato agghiacciante.
La questione affonda le radici nella guerra che negli ultimi anni il presidente Erdogan sta conducendo contro la popolazione kurda che abita la zona sudorientale della penisola anatolica, ai confini con Siria e Iraq. Rastrellamenti, deportazioni e bombardamenti hanno costretto la popolazione civile kurda a creare eserciti popolari, protraendo inevitabilmente la durata del conflitto. A tal punto che Erdogan ha pensato bene di fare della Turchia l'hub logistico principale per l'arrivo in Medio Oriente dei foreign fighters dell'ISIS, in cambio del supporto del Califfato alla sua causa.
La questione in Turchia, ovviamente, è sentitissima. E il calcio ne risente. La Süper Lig è piena di squadre le cui tifoserie sono schierate politicamente: basti pensare che gli ultras di Galatasaray, Fenerbahçe e Besiktas, notoriamente rivali tra loro, nel 2013 scesero in piazza insieme contro il Governo di Erdogan, in una protesta terminata con una violentissima repressione da parte della polizia. La squadra da cui viene Ünder, però, ha qualcosa di diverso: si tratta dell'Istanbul Basaksehir, meglio noto come Istanbul B.B., club alla diretta dipendenza del Governo, nato per iniziativa dell'AKP, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo di Erdogan.
Esaltazione patriottistica e militarismo sono caratteristiche comuni per un giovane turco nato e cresciuto nell'era conservatrice instaurata da Erdogan, e Ünder si è unito a moltissimi altri calciatori turchi che negli ultimi mesi stanno esultando con lo stesso gesto di fronte alle telecamere. Un comportamento imitato anche da Adebayor, l'exattaccante di Arsenal, City, Tottenham e Real Madrid, oggi in forza proprio all'Istanbul B.B.: il togolese non era nuovo a quel tipo di esultanza, ma nelle interviste ci ha tenuto a spiegare la natura del gesto, indicandolo come un sostegno ai militari impegnati in guerra al confine tra Turchia e Siria, nel cantone di Afrin.
Per Ünder intanto sono già arrivati i complimenti del Ministero turco della Gioventù e dello Sport. Un segnale evidente della connessione politica. Nel clima di razzismo e revanscismo fascista degli ultimi tempi in Italia, la cosa dovrebbe quantomeno allarmare. In un Paese civile il gesto andrebbe condannato e la Roma invitata a prendere provvedimenti. Per ora, invece, si preferisce glissare. D'altronde Erdogan è stato ben accolto a Roma dalle più alte cariche istituzionali italiane solo qualche giorno fa. Sarà una questione “diplomatica”.
di Lorenzo Sorianiello (Twitter: @LorenzoSor)
© RIPRODUZIONE RISERVATA