Ultime notizie Napoli - Cos'ha il Napoli, di preciso, possono saperlo quelli che lo vedono ogni giorno. Antonio Conte, il suo staff, chi bazzica Castel Volturno. I dati fisici li hanno i preparatori, per capire se ci sono anomalie di qualche sorta. Di cosa soffre la squadra azzurra, ancora una volta grigia nel secondo tempo di una partita che, con un pizzico di efficacia poteva esser portata a casa? Il problema non sono i palloni in area fatti toccare agli avversari, può esserlo la mancanza di qualità che si avverte quando cala l'intensità fisica, o quando ci si deve approcciare ai cambi con la panchina a disposizione. Può essere, il problema, anche mentale.
di Claudio Russo (@claudioruss)
Un filo sotto traccia è passata una frase detta in conferenza stampa dal vice di Conte, Cristian Stellini, dopo Bologna-Napoli. Interrogato sulla gestione del secondo tempo delle partite giocate nelle ultime settimane, ha detto:
"Gestione del secondo tempo? Con Atalanta, Juventus ed Inter nel secondo tempo abbiamo aumentato l'intensità, continuato a pressare. Ultimamente sta venendo meno, stiamo andando verso un punto del campionato delicato ed un errore diventa difficile da recuperare quando insegui. Forse ci sta pesando, ma è esperienza che ci dobbiamo portare avanti per fare uno scatto in più, per alzare un'asticella sapendo che nel secondo tempo dobbiamo continuare a pressare l'avversario con intensità"
Volendo scrutare all'interno di queste parole, un ragionamento che può esser fatto è: la squadra non è ancora pronta al 100% per affrontare un duello scudetto punto a punto? Viene in mente la famosa 'ansia' di cui Conte ha parlato più volte, quella che può palesarsi quando sai che un errore può portare ad un gol subito e a punti persi. Quella cosa che ti porta inconsciamente a giocare semplice, in modo conservativo - cosa che Stellini alias Conte ha voluto specificare che non fa parte dell'indole Napoli -, ma che di fronte ad avversari di livello simile (Bologna sì, Milan e Fiorentina nì, Venezia no), rischia di farti soffire oltremodo perchè, quando viene a mancare l'intensità fisica, non hai la giocata tecnica del singolo: il Neres visto ieri non ha avuto un impatto, ed è l'unico in grado di saltare l'uomo uno contro uno.
Si dirà, il Napoli due anni fa ha vinto lo scudetto e sa come si vince. Certo, ma è altrettanto vero che un biennio fa il campionato era virtualmente chiuso già a fine gennaio: il resto della stagione fu una lunga marcia dove la pressione mentale più pesante fu l'idea di chiudere il discorso scudetto in casa con la Salernitana. Stavolta è diverso, perchè c'è un duello che potrebbe durare fino all'ultima giornata con una squadra, l'Inter, reputata da tutti, Napoli compreso, come la favorita. Come nel 2018, quando gli azzurri guidati da Sarri se la giocarono fino a quattro giornate, cadendo a Firenze, e davanti a loro c'era una Juventus considerata come i nerazzurri di Inzaghi, se non di più.
Quante energie mentali può consumare questa lunga corsa? Il Napoli è nella condizione per sostenerla? Lo sa Conte, che sta dando il massimo come il suo staff. E nella loro mente lo sanno - inconsciamente o meno - anche i calciatori, che ad inizio anno avevano l'obiettivo di tornare in Champions League, ed invece si ritrovano in questo testa a testa all'ultimo sangue. Nella frase di Stellini, forse, l'indicazione che va oltre i problemi sotto porta, il possesso palla, i palloni toccati...