Napoli è una piazza senza un briciolo di pazienza, per la maggior parte delle volte. E avendo imparato a conoscere un po' - in quasi due anni - le dinamiche con cui Maurizio Sarri gestisce il gruppo e l'inserimento dei nuovi, stupisce l'isterismo con cui si è invocato l'utilizzo (tardivo) di Marko Rog ad inizio stagione...e quello nei confronti di Leonardo Pavoletti, gettato in campo nella mischia, al momento dell'arrivo.
Non ha certo aiutato l'inizio sfolgorante di Gabbiadini al Southampton, con tre gol in due partite che hanno fatto strappare i capelli agli stessi che dileggiavano senza molta gentilezza le doti di Manolo. Il quale, nel 4-3-3 di Sarri, aveva ben poco senso. Decisamente più adatto Leonardo Pavoletti, per doti fisiche e caratteristiche tecniche più consone allo schema adottato dal Napoli.
Tuttavia pazienza (poca) ed isterismo (un po' più dilagante) sono padroni nei dintorni del San Paolo e del centro sportivo di Castel Volturno: dovesse dargli retta, Sarri finirebbe col giocare in preda ai deliri autolesionistici di chi invoca calciatori in panchina dopo una prestazione incolore, oppure in campo pur non avendoli effettivamente mai visti. Prima era Gabbiadini, poi è capitato a Rog, adesso succede con Pavoletti: è sempre la solita (antipatica) storia...
RIPRODUZIONE RISERVATA