Li chiamano FIFA 14 e PES 2014 ma sarebbe più corretto riferirsi a loro come a FIFA 21 e PES 13. Il primo episodio della fortunata serie di Electronic Arts è infatti uscito nel 1993 col nome di FIFA International Soccer, mentre il rivale di Konami ha esordito nel 2001 col nome di Pro Evolution Soccer in Europa e di J-League Winning Eleven 5 in Giappone. Da questa serie, nata nel 1994 e da noi conosciuta come International Superstar Soccer, deriva il PES che conosciamo oggi.
Dovessimo individuare un elemento chiave nella sfida del calcio "videogiocato" di quest’anno è probabilmente la fisica. Konami mette sul piatto la tecnologia “TrueBall Tech” per calcolare l’altezza e la velocità del pallone quando il corpo del calciatore lo riceve, nonché il baricentro dell’atleta. Il risultato è che ora si può davvero usare il fisico per difendere la sfera, a patto di sapersi destreggiare col pad. Electronic Arts risponde annunciando che addirittura “ogni singolo passo sarà importante in FIFA 14”, con giocatori capaci di “prendere posizione, fare perno e spostare il baricentro con l'esplosività e l'agilità dei migliori atleti”.
Alla prova dei fatti preferiamo il risultato offerto da FIFA, i cui calciatori si dimostrano più reattivi ai comandi grazie anche ad animazioni più brevi. Quelle di PES invece sono più lunghe e si deve attendere che vengano completate prima di eseguirne altre: parliamo di frazioni di secondo ma la differenza è avvertibile. Inoltre i calciatori di PES hanno un’inerzia eccessiva che li porta a essere troppo pesanti nei cambi di direzione. Lo stesso dicasi per l’esecuzione dei comandi, con quel secondo di troppo che ci fa domandare se la console abbia effettivamente recepito le nostre istruzioni.
Interessante il discorso per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. FIFA 14 ne vanta una migliorata che, sulla carta, dovrebbe portare a marcature più strette e a recuperi migliori. PES 2014 invece la butta sul sentimentale con la tecnologia “Heart”, che conferirà ai calciatori una propria psicologia che li influenzerà in caso di fischi del pubblico.
Ma sul sentimentale il gioco la butta sin dalla schermata iniziale, che ci accoglie con le note di Nessun Dorma di Giacomo Puccini: peccato solo che al menu successivo ci si trovi magari accompagnati da ritmi latini. FIFA invece propone una compilation di hit più organica che sottolinea dei menu moderni e funzionali, laddove quelli di Konami paiono fin troppo vintage.
Un discorso a parte lo merita la grafica dei due giochi e sotto questo punto di vista PES 2014 ha fatto passi da gigante. Merito del nuovo motore grafico Fluidity, che deriva dal Fox Engine che Hideo Kojima userà per Metal Gear Solid V. Ciò si traduce in volti dei calciatori animati da 2 milioni di poligoni contro i 200.000 della passata edizione. Il rovescio della medaglia è che le somiglianze con le controparti reali sono notevoli per i campioni, meno per i comprimari; inoltre, durante i replay PES 2014 scatta vistosamente. FIFA risponde con l’Ignite Engine, meno appariscente del rivale ma nel complesso più omogeneo. Inoltre è già pronto per la next-gen mentre Fluidity lo sarà dall’anno prossimo. Il risultato è che tra poche settimane si potrà giocare a FIFA 14 anche su Xbox One e PlayStation 4, ma non a PES 2014.
Il resto è la solita pletora di campionati e funzionalità accessorie, che sortiscono esiti puramente soggettivi. Konami detiene i diritti per la Champions League, la Copa Libertadores e la AFC, FIFA mette sul piatto i diritti di 33 campionati, 30 stadi e la modalità FIFA Ultimate Team, per costruire la squadra del cuore tramite pacchetti di figurine digitali acquistabili con moneta sonante. Soggettiva è anche la valutazione della telecronaca: chi segue Mediaset Premium preferirà l’accoppiata Pardo e Marchegiani di PES 2014, gli abbonati di Sky si sentiranno invece a casa ascoltando Caressa e Bergomi, comunque più vari e puntuali nei commenti.
Dopo il cambiamento avvenuto con PES 2013 e che ha visto Konami togliere la serie allo storico Shingo "Seabass" Takatsuka per affidarla a Kei Masuda, era lecito attendersi qualcosa di più che non un’altra annata interlocutoria. PES 2014 sembra però richiedere ancora qualche picconata laddove il FIFA di David Rutter sono ormai quattro anni che lavora di cesello. Appuntamento quindi all’anno prossimo e chissà che la nuova generazione di console non cambi le gerarchie calcistiche ormai consolidate, così come accaduto in passato.