Le stragi di Parigi sono nell’aria anche qui nel mezzo della festa natalizia che si apre a Napoli. Si parla di quel che sta accadendo oltralpe e c’è anche un pizzico di preoccupazione perché, quando ci si trova in mezzo alla folla, la paura che possa esserci un gesto folle, cresce a dismisura. La strada dei pastori è presidiata da agenti della polizia municipale; tra la folla accalcata ci sono anche agenti della polizia di Stato, in borghese, che svolgono principalmente servizio anti borseggio ma tengono gli occhi aperti anche per garantire serenità .
Quando scendono le prime luci della sera, dovrebbe arrivare il momento di festa vera, però nell’aria c’è il dramma delle morti causate dai terroristi, ed è difficile sentirsi realmente allegri. Nel momento in cui vengono ufficialmente accese le luminarie e si taglia il nastro che segna l’avvio della fiera natalizia, il sindaco De Magistris si ferma a riflettere: «Questi eventi devono aiutarci a rimanere uniti. Sentiamo tutti che c’è bisogno di fratellanza, solidarietà , amore: perciò dedichiamo questo momento a Parigi, a tutte le vittime della barbarie, Napoli vuole diventare la città dell’amore».
Immediatamente dopo la strage di Parigi, il comitato organizzatore della fiera di Natale s’è riunito e ha modificato radicalmente il programma dei festeggiamenti. Ogni anno l’apertura dell’evento viene salutata con fuochi pirotecnici che illuminano tutta via Tribunali dal sagrato della basilica di San Paolo. Doveva essere così anche stavolta ma il fuochista è stato fermato: niente botti né luci in cielo, in segno di lutto. Anche la consueta esibizione musicale che sottolinea il giorno dell’inaugurazione è stata ridimensionata e adattata al momento difficile. Particolarmente commuovente il momento in cui i mandolini hanno intonato la marsigliese: è sgorgato spontaneo un lungo applauso e molti volti erano rigati dalle lacrime. Però il senso della fiera del Natale è quello della festa.
Così, nel momento ufficiale dell’inaugurazione la pizzeria «Sorelle bandiera» ha portato tante «margherite» da dividere fra le persone presenti, anche le pasticcerie che affacciano su piazza San Gaetano hanno partecipato all’iniziativa portando babà e sfogliatelle per napoletani e turisti che affollavano la piazza. Una maniera per ricordare il senso della solidarietà e della fratellanza che, troppo spesso, viene dimenticato nel caos della vita quotidiana e che solo nei giorni del Natale torna a galla. La solidarietà a Parigi e a tutta la Francia, da parte degli artigiani di San Gregorio Armeno, viene raccontata con le parole in ogni bottega, ma assume anche una forma «fisica».
à rappresentata da centinaia di bandierine della Francia, di quelle piccine, fatte con stuzzicadenti e carta, che vengono sistemate, con pazienza, nelle mani di quasi tutti i pastori esposti sulle bancarelle lungo la strada. Così l’effetto è quello di una infinita teoria di tricolori rossi, bianchi e blu, sistemato in ogni presepe. I turisti restano colpiti dall’iniziativa: si fermano a fotografare e commentano con sorrisi dolci. Il dolore di Parigi finisce anche sul presepe napoletano.
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