FOCUS – Dall’applauso a Maradona alla morte di Tito, dal Marakana agli incontenibili ultras serbi: ecco la Stella Rossa

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FOCUS – Dall’applauso a Maradona alla morte di Tito, dal Marakana agli incontenibili ultras serbi: ecco la Stella Rossa

Storia, formazione e curiosità sulla Stella Rossa di Belgrado, la prossima avversaria del Napoli in Champions. Ecco il focus sulla squadra serba che affronterà...

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Punta assoluta del calcio serbo, la Stella Rossa è conosciuta in tutta Europa per la rivalità accesa e viscerale con il Partizan Belgrado, antagonismo che ha connotati politici ed economici, e che spesso sfocia in episodi di violenza. Definito derby eterno, i “becchini” del Partizan ed i “giovani coraggiosi” della Stella si affrontano con immutato odio dal 1947. Tantissime le pagine nere scritte durante i match della Crvenza Zvezda, dovute all’odio crescente in una Jogoslavia che si stava dissolvendo, i cui echi continuano ancora oggi.

  • LA STORIA – La Stella Rossa venne fondata nel 1945 da alcuni studenti, il 4 marzo dello stesso anno prese la denominazione ufficiale. Nel 1957 l’esordio in Champions, dove i serbi escono contro lo United di Busby perdendo in casa: l’aereo dello United si schianterà a Monaco tornando in Inghilterra. Nell’edizione del 1973-74, la Stella Rossa eliminò il Liverpool, che affronterà nel girone con Napoli e PSG, agli ottavi. Nel 1982-83 un giovane Diego Armando Maradona, talento mancino del Barcellona, firmò una doppietta al Marakana di Belgrado, tra gli applausi dei padroni di casa. La storia della Stella Rossa fluisce di pari passo con quella della Jugoslavia e del comunismo: il punto massimo della storia europea dei serbi è il 1990-91 quando, un anno dopo essere stata battuta dal Milan di Sacchi ed Ancelotti, la Crvena Zvezda di Sinisa Mihajlovic vince la Coppa Campioni al San Nicola di Bari contro il Marsiglia. A dicembre di quell’anno l’Unione Sovietica si scioglierà, lo stesso farà la Jugoslavia l’anno successivo. A dire il vero, la Jugoslavia si era praticamente già sciolta dieci anni prima. Il 4 marzo 1980, mentre si gioca Hajduk Spalato-Stella Rossa, al 41’, tre commissari politici entrano in campo e fermano il match. L’annuncio è conciso: “Il compagno Tito è morto”. Migliaia di tifosi, spettatori, radioascoltatori, i calciatori e gli arbitri scoppiano in lacrime, la Jugoslavia non sarà mai più la stessa. Dal 1990 anche la Stella Rossa di Belgrado non sarà più costellata di campioni e coppe. Solo oggi, dopo 27 anni, i serbi tornano a qualificarsi in un girone di Champions League.

  • LA ROSA – Il tecnico della Stella Rossa è Vladan MilojeviÄ, giovane allenatore che ha iniziato a giocare proprio tra le fila dei biancorossi, tatticamente formatosi in Grecia. Lo scorso hanno ha vinto il campionato serbo, unico trofeo della sua carriera.

    Cinque campionati ed attualmente campione in carica, la Stella Rossa ha senza dubbio voglia di vincere, ma il materiale umano non è certo quello di una volta. Lo spostarsi dell’asse del calcio europeo ed una società costretta a cedere ai top club i giovani più talentuosi non ha troppo da offrire. Il giocatore più pericoloso è Ben El Fardou, 6 gol e 2 assist in Champions fin qui. Occhio anche alle geometrie e all’esperienza dell’ex Sampdoria Nenad Kristicic, perno del 4-2-3-1 difensivista che caratterizza il gioco degli stellati.

    Questa la formazione “tipo” della Stella Rossa (4-2-3-1): Borjan; Stojkovic, Savic, Degenek, Rodic; Krsticic, Jovicic; Jonathan Cafu, Milijas, Ben Nabouhane; Stojiljkovic.


     
  • LO STADIO – Ufficialmente stadio Rajko MitiÄ, tutti chiamano l’arena della Stella Rossa “il Marakana”, data la somiglianza col più celebre Maracana del Brasile. I lavori del Marakana sono iniziati nel 1960, tre anni dopo l’inaugurazione. Aperto a 100mila spettatori ai tempi della Jugoslavia, in seguito a lavori per la messa in sicurezza dell’impianto, vengono accettati 55mila tifosi. Malgrado il dimezzamento, però, gli ultras della Stella Rossa creano un’atmosfera a metà tra una guerra santa ed una lotta per la sopravvivenza che ha fatto tremare le gambe a diversi avversari, come testimonia il video in allegato, che mostra cosa accade durante il derby eterno.

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di Antonio Anacleria - Twitter: @NinoAnacleria

©RIPRODUZIONE RISERVATA 

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