Due anni fa, di questi tempi, a Capodichino si assisteva a scene davvero poco edificanti: una marea di tifosi azzurri invadeva l'aeroporto cittadino non certo per partire verso destinazioni più esotiche, bensì per attendere un nuovo acquisto del Napoli. Se ne parlò molto, perchè il calciatore meritava eccome ed era in rampa di lancio su scala nazionale.
Manolo Gabbiadini, però, non si palesò davanti ai tifosi. Non si palesò nemmeno alla stampa, nonostante l'ufficio comunicazione del Napoli avesse deciso di far accedere i giornalisti nella zona ritiro bagagli di Capodichino per scattare le classiche foto di rito: l'affetto e l'entusiasmo dei fans era incontenibile, si presentarono circa 1000 persone a fronte di una stima, quella fatta dalle autorità e dalle forze di sicurezza, che nella peggiore delle ipotesi si aspettavano non più di 150 tifosi.
Alle 16.40, su Twitter, Silvio Pagliari postava l'immagine che decretava la partenza del calciatore, in sua compagnia, destinazione Napoli. L'hype iniziò ad aumentare da subito: tempo venti minuti, e i primi tifosi erano già presenti a Capodichino (tra cui i nostri inviati): il classico coro 'chi non salta juventino è' ripetuto più e più volte - metà del cartellino di Gabbiadini, inoltre, era della società bianconera.
Da Genova a Napoli, il volo è breve. Così come l'attesa spasmodica dei tifosi, che avevano imparato ad apprezzare Gabbiadini nel 4-3-3 di Mihajlovic: ad un quarto d'ora dal suo atterraggio, la zona arrivi dell'aeroporto era totalmente intasata. Fatto sta che l'aereo della Volotea tocca terra, ma Gabbiadini non si fa vedere. La ressa continua, al massimo escono fuori gli altri passeggeri del volo: "Ma che sta succedendo? Voi siete pazzi!" esclamano spiazzati (e sotto sotto un po' divertiti: volete mettere una folla oceanica che vi 'aspetta' all'arrivo?).
Tutto sommato, la situazione va direttamente fuori controllo: i tifosi sono troppi, un rischio sicurezza effettivamente c'è e la security della SSC Napoli, pronta per trasportare Manolo a Castel Volturno (dove rilascerà, ad una parte della stampa, le prime dichiarazioni prima della presentazione ufficiale), opta per la scelta di portare il calciatore all'esterno tramite una uscita secondaria. Non l'avessero mai fatto. Mai fatto.
A quel punto, esattamente due anni fa, scoppia il delirio: i tifosi che aspettano Gabbiadini letteralmente 'invadono' la zona ritiro bagagli di Capodichino. Roba di cui vergognarsi, compresi i salti sui nastri trasportatori in mezzo ad attoniti passeggeri. Ma di Gabbiadini non c'è traccia, se non per uno scatto che lo vede di spalle, col volto visibile quasi di sfuggita: la security decise di prelevare Manolo dalla pista d'atterraggio subito dopo essere sceso dall'aereo.
A distanza di due anni, rileggere i vari aggiornamenti dell'arrivo di Manolo Gabbiadini, tra enormi folle di tifosi delusi ed una disorganizzazione totale dal punto di vista della sicurezza, lascia un po' l'amaro in bocca. Perchè il ragazzo, che presumibilmente dopo l'arrivo di Pavoletti ed il rientro di Milik vedrà i suoi spazi in azzurro calare drasticamente, non ha mantenuto - per limiti suoi e di chi lo ha allenato - le aspettative che portarono un migliaio di fans ad aspettarlo, invano, all'aeroporto. Nemmeno per l'arrivo di Higuain si era verificata una situazione del genere, ma stavolta la delusione ha un altro sapore: stavolta la Juve non c'entra.
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