Una partita ogni tre giorni e ritmi di allenamento con carichi di lavoro che costringono il calciatore del campionato di Serie A a recuperi veloci. E poi nei match importanti serve la massima cura del dettaglio, che può passare anche attraverso l'uso di un plantare. "A sceglierlo è il 50-60% dei calciatori di serie A", lo dice Alfredo De Nicola, medico sociale del Napoli Calcio. "Perché l'assetto del piede è di fondamentale importanza - aggiunge - non solo per miglior la funzionalità dello stesso ma per la biomeccanica del calciatore e per la postura. E poi pochissimi giocatori hanno un piede perfetto, spesso invece si scoprono con l'alluce valgo o con una pianta piatta". Ma nel campo delle protesi per i calciatori si assiste ad un aumento delle richieste di maschere protettive per difendere, durante il match, zigomi e naso dopo un grave trauma. O degli stessi plantari e delle protezioni per le mani. Richieste causate da un'impennata dei traumi da gioco dovuti al contatto fisico. "Il plantare - sottolinea De Nicola - può aiutare a correggere alcune problematiche perché interviene sulla catena cinetica dell'atleta. Ovvero, inserendo un piccola sostegno personalizzato nella scarpa del calciatore, si interviene, migliorandone i risultati, sul carico del peso sulle ginocchia e sui muscoli. E inoltre su difetti posturali. Spesso - osserva il medico - la giovane promessa non si accorge del problema, per questo ogni società svolge dei test per la valutazione posturale".