Botta e risposta: Inzaghi replica alle illazioni di Pirlo nel suo libro

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Botta e risposta: Inzaghi replica alle illazioni di Pirlo nel suo libro

Per chi non l’avesse letto o si fosse perso gli stralci pubblicati nei giorni scorsi, ecco una sintesi di alcuni tra i passaggi più significativi di “Penso quindi gioco”, la biografia di Andrea Pirlo scritta insieme al giornalista di Sky Sport, Alessandro Alciato. In diversi passaggi il centrocampista della Juventus e della Nazionale ha lanciato frecciate nei confronti di ex compagni del Milan, per non parlare del patron Silvio Berlusconi. Ecco un breve riassunto. Al capitolo 9 non manca una stilettata all’ex compagno rossonero Filippo Inzaghi, parlando dei Mondiali 2006: “In Germania siamo diventati campioni del Mondo grazie al gruppo, di cui però a un certo punto il commissario tecnico pensava questo: “Siete delle merde, mi fate schifo”. Prima degli ottavi di finale contro l’Australia, la partita che abbiamo vinto con un rigore (inesistente) di Totti, ci ha chiamati tutti in una saletta riunioni, in ritiro, e ci ha fatto un culo così: “Parlate troppo con i giornalisti, siete delle spie, non riuscite a tenervi neppure un segreto, sanno sempre la formazione in tempo reale. Ma dove volete andare? Non posso neanche fidarmi di voi”.E aggiunge: “Non ci lasciava fiatare, il suo era un monologo. Con la faccia deformata dalla rabbia, con la vena del collo al limite della deflagrazione, non riusciva a contenersi. Gli avevano manomesso i freni: “Andate affanculo, con voi non voglio aver più nulla a che fare. Gruppo di stronzi. Stronzi e spie. Il tutto è durato cinque minuti e alla fine, con la coda dell’occhio, molti di noi hanno controllato la reazione di Pippo Inzaghi”. E ancora su Inzaghi: “Cagava. Cagava tantissimo, e questo di per sé è un bene, il fatto però che la facesse allo stadio, nel nostro spogliatoio, poco prima di giocare, ci rendeva alquanto nervosi. In particolare se lo spogliatoio era piccolo, perchè tanta puzza in poco spazio tende a comprimersi. Andava in bagno anche tre o quattro volte nel giro di dieci minuti. “Ragazzi, mi porta bene”. A pestarla mi avevano raccontato, non a produrla o annusarla. “Pippo, a noi no. Ma cos’hai mangiato, un cadavere?”. “I bambini, comunista!” avrebbe urlato Berlusconi, mentre Inzaghi si limitava ad ammettere: “I Plasmon”. (…) Al di là del dessert per poppanti, vigeva una monotonia assoluta anche nella scelta degli altri suoi piatti: pasta in bianco con un pizzico di sugo rosso e bresaola a pranzo, pasta in bianco con un pizzico di sugo rosso e bresaola a cena. Un menu lungo una vita. A tavola si comportava come quando si trovava davanti al portiere avversario: faceva sempre la stessa cosa, senza fantasia ma con il massimo dell’efficacia. Durante i pasti stava seduto ad aspettare che il cameriere gli portasse le pietanze e quasi lo imboccasse, durante le partite che una palla in qualche modo gli carambolasse addosso e finisse in rete”. E su Berlusconi: “Amava i colloqui individuali, di solito si intratteneva un po’ di più con Inzaghi, che qualche volta chiamava anche al telefono. Avevano molti argomenti di cui discutere. Io, invece, di telefonate da Berlusconi non ne ho mai ricevute (…) L’abbiamo sentito parlato anche della creazione di un milione di posti di lavoro. Meno uno, il mio. Ci aggiornava ogni tanto sui dati e sulle statistiche, ben diverse da quelle di Huntelaar. Huntelaar…”. Quindi un racconto con alcuni vuoti di memoria al capitolo 12, raccontando della finale persa nel 2005 a Istanbul contro il Liverpool: “L’ansia da non prestazione, perfetta per noi che in Turchia a un certo punto eravamo spariti dal campo. Avevamo giocato il 25 maggio, però in Italia il campionato doveva ancora finire, quindi siamo stati costretti a tornare a Milanello per allenarci, trascinando la croce per quattro giorni ancora. Fino al 29, fino all’ultima giornata di serie A contro l’Udinese a San Siro, e la passerella della vergogna dentro casa nostra è stata la punizione più dura, la sfilata dello scandalo. Modello numero zero: noi”. E ancora: “Contro l’Udinese è finita zero a zero, il gol questo sconosciuto”. Gli errori sono due. Il primo riguarda la sede della gara, che non si giocò a San Siro, ma al Friuli di Udine. La seconda inesattezza è inerente al risultato finale: 1-1. UPDATE/ Nelle ultime ore si sarebbe sparsa nel tam-tam su internet la presunta risposta di Inzaghi a Pirlo: “Vedo che Dio a qualcuno ha dato grandi piedi, ma niente cervello“. La accogliamo, naturalmente, con il beneficio del dubbio.

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