di Pasquale Cacciola - twitter: @PE_Bahia
22 dicembre-22 gennaio, la storia si ripete. La lotteria dei rigori sorride di nuovo agli azzurri. Ancora una volta grazie a una prodezza del proprio portiere oltre che alla precisione dei tiratori. Andujar come Rafael, Fuorigrotta come Doha. Chiaramente con emozioni e posta in palio differenti, ma di certi i tiri dagli undici metri diventano ancora una volta un trampolino di lancio per gli estremi difensori azzurri. Un'occasione per scrollarsi da dosso critiche e pregiudizi. La notte di Qatar aveva incoronato il portiere brasiliano dopo un inizio difficile e una graduale crescita, la serata ieri ha invece confermato che in rosa c'è un altro portiere affidabile. Il colosso di Buenos Aires ha risposto sul campo ai continui mugugni, reo di non essere stato scelto da Benitez nemmeno nel momento più buio del suo collega. Almeno tre interventi decisivi nei tempi regolamentari, prodigiosa l'uscita dai pali su Thereau che si avviava da solo verso la porta. Una prontezza fisica e psicologica inusuale per chi è seduto in panchina da sei mesi, ma del resto non si va al Mondiale con la nazionale argentina per caso.
Prima la felicità, poi il messaggio nel dopo partita con un pizzico d'amarezza: "Io titolare in questa competizione? Deciderà il mister, io cerco di fare il mio. Quest'anno mi tocca giocare pochissimo, spero di trovare un po' di continuità altrimenti vedremo...". Un'amarezza non troppo velata che risale a un recente malcontento come vi riferimmo in esclusiva (clicca qui per leggere). Praticamente ai margini della squadra, il gigante 31enne si aspettava maggiori chance pur sapendo di essere la seconda opzione. E' verso la fase finale della sua carriera, ma ha ancora 'fame'. Soprattutto di nazionale, persa all'ombra del Vesuvio causa la lunga inattività. Un "vedremo" che lascia più che aperto il suo futuro, intanto Napoli ringrazia: in 120 minuti ha già lasciato il segno.
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