Ha ripreso a lavorare come sempre Walter Mazzarri, pungolando la squadra dopo gli errori dell'Olimpico, provando a ingenerare una reazione che non potrà mancare mercoledì sera contro l'Atalanta dei tanti ex. Il livornese continua, almeno a parole, a vedere un Napoli propositivo ma sfortunato, forse un pò ingenuo, di certo stanco perchè stressato dai ritmi folli finora sostenuti, senza nessun accenno all'autocritica. Gli stati d'animo sul fronte presidenziale sono però ben diversi dal momento che il secondo ko consecutivo, per la maniera in cui è maturato e le conseguenze che rischia di avere sul processo di crescita del club, ha gettato nello sconforto Aurelio De Laurentiis, ammutolito dal verdetto della tiepida notte romana proprio come i tremila tifosi al seguito della squadra. Che appare in evidente flessione fisica e soprattutto nervosa, dopo aver a lungo deliziato le platee europee: i fantasmi di Stamford Bridge continuano ad aleggiare minacciosi sulla testa dei calciatori ma anche del tecnico che ammette gli incubi notturni per la disfatta che ha cambiato volto alla stagione azzurra. Sebbene la finale di Coppa Italia sia un'occasione doppia per tornare a vincere un trofeo ed esportare il marchio Napoli in Cina in ottica Supercoppa, De Laurentiis è seriamente preoccupato per il trend negativo intrapreso dai suoi, arrabbiato per come nell'ultima estate sono stati investiti milioni di euro in una campagna acquisti di fatto fallimentare, non più in sintonia con quel Mazzarri riconfermato alla guida del Napoli dopo una telenovela che già nello scorso giugno indicava segni di rottura mai sanati per davvero. Memore di quel tira e molla, pieno di chiacchiere e concluso da un dietrofront finale, Mazzarri si limita a parare le stoccate del suo presidente, rispondendo con diplomazia sul ridotto impiego dei giovani e puntualizzando con malizia che la visione di chi è nel calcio da trent'anni è un pò meno superficiale. L'imminenza della sfida all'Atalanta richiede un'attenzione particolare perchè nessuno in maglia azzurra intende mollare la presa nel momento della verità ma le sensazioni portano altrove: ad un rapporto ormai logoro tra presidente e allenatore, stanchi l'uno dell'altro, ennesima pagina di un romanzo che questa volta potrebbe non avere un lieto fine...
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