Torna a pezzi dall'Olimpico il Napoli, battuto nettamente e forse oltre i propri demeriti da una Lazio spietata, tradito in maniera letale dalle solite disattenzioni e dagli uomini simbolo, quelli che avrebbero dovuto fare la differenza e che invece si sono defilati, lanciando i biancocelesti verso il traguardo Champions, ora lontano sei punti. C'entra poco il modulo tattico che in sostanza propone il blocco centrale arretrato con tre difensori e l'avanzamento di Aronica in mediana, lì dove arretra Hamsik per far spazio in avanti a Goran Pandev, il più pericoloso nella serata in cui latita Cavani e Lavezzi si accende a tratti. Il copione si ripete anche in casa del vecchio amico Edy Reja perchè il Napoli incassa gol con facilità estrema, dopo 8 minuti per bravura di Candreva ma soprattutto per la scarsa lucidità di De Sanctis, prima di innescare la reazione rabbiosa che da soltanto l'impressione, dopo il pari di Pandev, che l'azzurro possa ritornare corsaro nella capitale. E invece, dopo aver protestato invano per un probabile rigore sul macedone, il Napoli si accomoda in panca, arretrando pericolosamente fino a concedere nel cuore della propria area a Mauri lo spazio per la memorabile conclusione del nuovo vantaggio. Presagio negativo poco prima era stato l'incredibile passaggio in orizzontale davanti alla difesa di Marek Hamsik: facile allora capire che se errori così li commette il freddo slovacco i cali di tensione per questo Napoli sono dietro l'angolo. Naturale conseguenza il pasticcio confezionato da Inler, su livelli modesti, e Britos, quello che manda Ledesma al match point. E' stanco il Napoli del dopo Champions, nella testa più ancora che nelle gambe, e Mazzarri non è riuscito a scuotere il gruppo forse perchè per primo deve aver lasciato tanto a Londra. I numeri parlano chiaro e ci raccontano di due soli punti raccolti nelle ultime quattro gare, molto diversi come lo sono stati i pareggi con Udinese e Catania. Poi i sei gol incassati senza attenuanti nelle sfide più attese con Juventus e Lazio ed una rincorsa al terzo posto apparentemente vanificata dopo la serie di nove risultati utili consecutivi. Paga dazio il Napoli perchè le motivazioni dei titolarissimi o tenori che dir si voglia sono appannate e le seconde linee inadatte a proporsi con lo stesso passo. Nessuno dimentica la finale di Coppa Italia, traguardo prestigioso da giocare per ritornare a vincere qualcosa, intanto all'Olimpico il Napoli ha lasciato una bella fetta di Champions, la competizione più ambita, quella che ha fatto sognare una città intera fino alla dannata notte di Stamford Bridge. Salvo poi presentarle il conto. Di fatto salatissimo.
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