Il giorno dopo Napoli â Salernitana. Mai vigilia fu più lunga. La città lâha trascorsa senza dormire, intenta ad addobbarsi. Al mattino si è risvegliata più bella e celeste che mai. Da balconi e terrazze, tutto uno sventolio di drappi e bandiere azzurre. Con largo anticipo rispetto allâinizio della gara, Fuorigrotta era già invasa da una marea di gente festante e colorata. Canti, balli e suoni. Un vero e proprio carnevale. Eâ iniziata poi la partita tra Inter e Lazio. Tra vecchie radioline, telefonini e Tv sistemate in ogni locale commerciale del quartiere, tutti hanno preso a seguirla. Senza mai smettere di cantare e sventolare i drappi azzurri. Il boato al goal di Mkhitaryan. La delusione per la decisione del VAR che lâannulla per un millimetrico fuorigioco. Lo scoramento alla rete di Felipe Anderson. Nella ripresa, lâapoteosi: lâInter la ribalta. Tre boati scuotono Fuorigrotta e Napoli tutta. Fuori al Maradona câè un altro stadio senza settori che esulta e canta. E festante entra al campo. Non tutti però. Le immagine dallâalto del catino di Fuorigrotta, sono impressionanti. Fuori ci sono altri tre stadi. Una macchia azzurra che cinge lâintero stadio.
Il giorno dopo Napoli â Salernitana. Il Maradona è tutto uno sventolio di bandiere. Gli azzurri spingono. Il muro dei dei granata regge. Soprattutto grazie alle parate Ochoa. Lâestremo difensore messicano nulla può su lâinzuccata di Olivera. Il Maradona esplode in un boato disumano. Tremano i palazzi circostanti. Non è il terremoto. Eâ lâesplosione di un popolo che aspetta questa giorno da trentatrè anni. Lo stadio prende a cantare e a festeggiare. Forse si rilassano anche i protagonisti in campo storditi da una festa che è già iniziata. Nel finale, i granata, trovano la rete del pari nellâunica conclusione in porta. La delusione dura poco. La festa completa è solo rinviata. Anzi, si prolunga come lâinvidia e la rabbia di chi questâanno, non avrà nulla da festeggiare.
Il giorno dopo Napoli â Salernitana. La città si prepara ad altri giorni di preparativi e passione. Ormai il sogno è diventato realtà . Si aspetta solo di scolpire la data precisa nelle mente di chiunque avrà la fortuna di poterla vivere e poi iniziarla a raccontare di generazione in generazione. Agli altri, gli uomini di Spalletti, hanno lasciato le briciole. Magari si accontenteranno di festeggiare quelle. Ma le briciole, è risaputo, il vento le spazza via quando vuole e non gli resterà nulla. Proprio nulla.
Stefano Napolitano