Il giorno dopo Napoli â Roma. La morsa del gelo attanaglia lâItalia tutta e Napoli non è esente. Gli oltre cinquantamila del Maradona si riscaldano cantando e saltando per tutti i novanta minuti e anche oltre. Lâennesima grande prestazione degli azzurri scalda lâanima e il cuore dei presenti allo stadio e di un intero popolo che vive sospeso tra sogno e realtà . Tra scaramanzia e la consapevolezza che possa finalmente essere lâanno buono.
Il giorno dopo Napoli â Roma. Si racconta di una partita che in pochi si aspettavano. Scaltro e furbacchione Mourinho. Consapevole che si fosse messo ad aspettare gli azzurri nella propria metà campo, prima o poi sarebbe capitolato. Prova ad alzare pressing e squadra. Il Napoli talvolta soffre nella costruzione dal basso. Anche se il vero brivido lo provoca Meret: si avventura in unâuscita senza senso. Il colpo di nuca di Kim per poco non provoca un patatrac. Il Maradona soffia su quel pallone che di un niente sfiora il palo. Anche questi sono segnali.
Il giorno dopo Napoli â Roma. Non è semplice pressare se non ci sei abituato. Spesso le distanze saltano. Zielinski si gira da campione. In tre chiudono su Mario Rui che si inventa un corridoio per Kvaratskhelia. Osimhen è in area, circondato da tre avversari. Alza il braccio. Quella palla la vuole. Il georgiano lâaccontenta. Il centravanti mascherato si fa largo. Lâaddomestica di petto, con la coscia se la sistema e con il destro butta giù la porta. Una delle reti più belle mai viste a Napoli. Eppure di goal stupendi abbiamo avuto la fortuna di vederli.
Il giorno dopo Napoli â Roma. La reazione dei giallorossi è in un tiro allo scadere del primo tempo che Meret sventa alla grande riscattando la follia iniziale. Gli azzurri sciupano tanto per poterla chiudere. Il pari è una doccia gelata. Classifica alla mano, potrebbe anche essere un risultato mica male. Ma la squadra e Spalletti non ci stanno. Forze fresche e che forze, dalla panchina. Di Lorenzo, da interno, per Zielinski che pesca Simeone. Il Cholito si gira in un fazzoletto e la spedisce allâincrocio. Il Maradona trema. Il boato scuote Fuorigrotta. Qualche coronaria rischia di saltare. Il Maradona canta a squarciagola. I minuti finali si giocano in una bolgia. Si lotta allâarma bianca su ogni pallone. Olivera è indemoniato. Raspadori e Simeone appaiono tarantolati. Al triplice fischio, il Maradona rischia di venire giù. A Simeone scappa qualche lacrima. Lo stadio canta. Il sogno continua.
Il giorno dopo Napoli â Roma. Lâha vinta il pubblico. Lâhanno vinta i giocatori. Lâha vinta Spalletti non sbagliando un cambio che sia uno e costruendo un gruppo che, dal primo allâultimo si sente pienamente coinvolto. Presenza in più, presenza in meno, conta poco. Sono tutti consapevoli di avere la possibilità di poter scrivere la storia. E che storia.
Stefano Napolitano