Il giorno dopo Napoli – Lazio. Chi di uno a zero ferisce, di uno a zero perisce. Ieri i biancocelesti hanno vinto come tante volte ha vinto il Napoli. Nessun dominio, gara bruttina, forse condizionata dal fondo del campo e dall’atteggiamento del Napoli che ancora non ha capito cosa vuole fare da grande. Una cosa è certa: la squadra è in calo. Delle compagini di vertice, nelle ultime cinque partite, è quella che ha messo insieme meno punti, appena sette.
Il giorno dopo Napoli – Lazio. La squadra ha problemi realizzativi. Crea pochissimo e segna ancora di meno. Dopo quindici partite, quasi un intero girone, i numeri bocciano completamente Lukaku. Appena quattro reti, di cui una su rigore. Magari la squadra non lo aiuta tanto o forse lui non aiuta la squadra. In genere la verità è nel mezzo. Un grande attaccante il goal spesso e volentieri il goal lo crea da solo. O almeno prova a smarcarsi. A dettare la profondità. Ieri ha trotterellato per il campo. Ha piazzato uno scatto, quando McTominay ha provato a servirlo. Forse era meglio che lo evitava quel sacrificio. Restava dov’era e lasciava l’uno contro uno allo scozzese.
Il giorno dopo Napoli – Lazio. Conte nella conferenza post gara ha parlato giustamente di calcio moderno. Dove si attacca in 11 e si difende in 11. Peccato che Lukaku, al momento, sia un calciatore all'antica. Di difendere non ne vuole proprio sapere. Sembra più un centravanti anni ’80. Centravanti vecchio stampo. Stile Pruzzo e Savoldi. Zero movimenti senza palla. Poca corsa e ovviamente nessuna rincorsa. Manca la controprova. Ma forse Simeone avrebbe fatto meglio.
Il giorno dopo Napoli – Lazio. Per arrivare dove si vuole arrivare a fine stagione, la squadra ha bisogno di un giocatore che arrivi ampiamente in doppia cifra. E, al momento, non è facile individuare chi possa essere. I movimenti in difesa sono stati percepiti. Il blocco a difendere il fortino è stato recepito. Anche quello serve fino ad un certo punto se poi si continuano a prendere goal da fuori area. Sono i movimenti in attacco che ancora latitano. Ieri, nell’assalto finale, sovrapposizione di Anguissa, scarico all’indietro. Nessuno a seguirlo. Due anni addietro spuntò Kvara e trafisse proprio Provedel. Altri tempi e, almeno nella fase offensiva, altra organizzazione.
Il giorno dopo Napoli – Lazio. Il pallino passa nelle mani del mister. Starà a lui cercare soluzioni e alternative. Appare paradossale che proprio il reparto, l’attacco, quello che secondo i più, è il più completo per profondità della rosa e caratteristiche degli uomini che lo compongono, stia facendo malissimo. Ventuno reti segnate non sono niente. Dalla prima linea ci si aspetta di più. Staremo a vedere.
Stefano Napolitano