IL GIORNO DOPO Napoli-Genoa: la storia vecchia da non ripetere, il Profeta in Patria e l'appunto per Spalletti

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IL GIORNO DOPO Napoli-Genoa: la storia vecchia da non ripetere, il Profeta in Patria e l'appunto per Spalletti

Il giorno dopo Napoli – Genoa. E’ il giorno di Lorenzo Insigne. Dopo undici stagioni con la maglia azzurra, 433 presenze e 122 reti, il capitano saluta. Tecnicamente dotato, non certo aiutato dal fisico, con caparbietà, impegno e serietà, è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante nella storia del Napoli. Ha guidato la rinascita del Club dopo il fallimento e gli inferi delle serie minori. Ha vinto da protagonista due coppe Italia e una supercoppa Italiana. Ha segnato una doppietta nella finale di Roma contro la Fiorentina e goal storici al Parco dei Principi e al Santiago Bernabeu dove fece impazzire di gioia i tantissimi tifosi del Napoli al seguito. Gli è mancata la vittoria più importante, quella dello scudetto che fu inopinatamente scippato al Napoli nella famosa stagione dei 91 punti.  Lo avrebbe meritato, come del resto tutti i suoi compagni di squadra.

Il giorno dopo Napoli – Genoa.  Difficile essere Profeta in Patria. Lui ci ha provato con tutte le sue forze. Non lesinando mai impegno e dedizione. Da professionista serio ed esemplare, altamente se ne è fregato delle critiche, spesso superflue, inutili e fuori luogo che ha ricevuto. Ha provato sempre a rispondere sul campo. Tantissime volte ci è riuscito. Altre no. Normale. Non si può essere sempre al top. E’ stata una lunghissima storia d’amore. Tra alti e bassi. Normale. Le storie d’amore senza incomprensioni non esistono. E il pubblico del Maradona gli ha regalato il giusto tributo. Tutto schierato dalla sua parte. Giusto così.

Il giorno dopo Napoli – Genoa.  Gara senza storia. La apre Osimhen di testa e la chiude Lobotka con una staffilata all’angolo. Nel mezzo la rete che tutti aspettavano, quella di Insigne dagli undici metri. Spalletti schiera la migliore formazione. Meglio tardi che mai. Al tecnico toscano, che ha indubbi meriti in questa stagione, uno degli appunti da muovergli è proprio quello di non aver trovato una soluzione tattica che prevedesse l’impiego in contemporanea di Insigne, Mertens e Osimhen. L’intesa tra i tre sarebbe solo potuta migliorare con il tempo. E anche ieri il belga, tra tocchi di prima e colpi di tacco ha dimostrato come può rendere imprevedibile la manovra offensiva.

Il giorno dopo Napoli – Genoa.  Ancora 90 minuti e poi la calerà il sipario su questa stagione che resterà nella memoria dei tifosi come quella dei rimpianti. Spalletti ha avuto il merito di porre fine all’alternanza dei portieri, cosa inconcepibile. Di andare a riprendere Juan Jesus. Di abbassare Fabian Ruiz nel ruolo di play basso e lo spagnolo ha contribuito in quella posizione alla partenza fortissima del Napoli, realizzando anche molti goal decisivi. Infortunatosi, i ricambi non si sono dimostrati all’altezza. Alto il rendimento di Di Lorenzo e Mario Rui. Purtroppo, dietro di loro, il nulla. Una storia vecchia che speriamo non si ripeta. Nella sciagurata trasferta di Empoli, l’assenza del nazionale, pesò come un macigno. E lì finirono i sogni di gloria.

Stefano Napolitano

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