IL GIORNO DOPO Braga-Napoli: la squadra che non ha nel suo DNA l'attitudine a difendersi, i giocatori che sembrano annoiarsi

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IL GIORNO DOPO Braga-Napoli: la squadra che non ha nel suo DNA l'attitudine a difendersi, i giocatori che sembrano annoiarsi

Il giorno dopo Braga – Napoli. La squadra si ricompatta dopo le critiche ricevute, alcune delle quali eccessive e in terra portoghese cerca il riscatto. Il primo tempo è un monologo azzurro. Solo sfortuna, imprecisione degli avanti e alcuni miracolosi interventi di Matheus negano il vantaggio al Napoli. Si racconta che fortuna e sfortuna si bilancino alla fine di un torneo. Questa volta accade prima. Accade tutto nella stessa partita. La rete del meritato vantaggio di capitan Di Lorenzo è strameritata. E’ comunque una carambola velenosa. Di sinistro al volo. Il pallone rimbalza prima in terra e finisce la sua corsa all’incrocio dei pali. Al riposo Napoli in vantaggio. Peccato che sia solo di misura.

 Il giorno dopo Braga – Napoli. La ripresa sembra iniziare sulla falsariga della prima frazione. Azzurri avanti alla ricerca del raddoppio per chiuderla. Ma dura poco. E’ solo una pallida illusione. Intorno all’ora di gioco, inspiegabilmente, la squadra si abbassa. Si abbassa tanto, troppo. Gli avversari, seppur modesti, finiscono per prendere coraggio. Non è dato di sapere se ciò avviene per mancanza di energie o per ordini di scuderia. I cambi non danno un buon segnale. Politano e Kvaratskhelia costituivano il primo appoggio quando si recuperava il pallone nelle retrovie. Usciti loro, l’unico su cui lanciare il pallone resta Osimhen. Calcio d’altri tempi. Anche e soprattutto perché Raspadori finisce imbottigliato tra i centrocampisti avversari che si alzano tutti. Elmas si ritrova a fare il terzino sinistro aggiunto. Il solitario attaccante nigeriano lotta e corre. Ma nessuno sale ad accompagnarlo.

Il giorno dopo Braga – Napoli. Qualche certezza deve averla persa la squadra. Prima avrebbe difesa 20/30 metri più sopra tenendo il pallone. Ora pare quasi che si porti gli avversari ai 16 metri. Tutti sembrano essere preoccupati a non abbandonare le retrovie e nessuno finisce per proporsi. Male, molto male. Forza e fisica e condizione c’erano. Tanto che il Napoli, dopo aver subito l’inevitabile pareggio, si rituffa in avanti alla ricerca del nuovo vantaggio che arriva al termine di un’azione insistita. Zielinski abbandona la linea di difesa, era ora, e da un suo traversone, nasce la goffa autorete di Niakate che rappresenta l’emblema della poca consistenza degli avversari di ieri.

Il giorno dopo Braga – Napoli. I minuti finali sono al cardiopalma. La squadra si riporta gli avversari in area. Nei minuti di recupero il montante salva gli azzurri dalla beffa del pari.

Un dato poco edificante salta all'occhio: il Napoli non riesce a esprimersi al meglio per tutto l'intero incontro. Per il momento è ancora una squadra che si esprime bene solo per spezzoni di gara.  È una squadra che non ha nel suo DNA l'attitudine a difendersi, soprattutto quando è in vantaggio. Ogni giocatore ha ormai acquisito una mentalità propositiva. E gli piace giocare il pallone. È come se si annoiassero, oltre che stancarsi, a rincorrere gli avversari. E danno netta l'impressione di non saperlo neanche fare.

Chiosa finale sull'arbitro: ha ammonito tutti. Anche me che a casa prendevo appunti per questa rubrica. 

Stefano Napolitano

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