Nato e cresciuto calcisticamente nell’Inter, Mirko Conte, difensore ricordato più per la folta chioma rossa anziché per le sue qualità tecniche, sbarcò a Napoli nel 1997, nell’anno della retrocessione. Ferlaino ‘non sapeva più che pesci prendere’ e dopo Prunier, Sergio e Facci si affidò a Conte spendendo ben 3.7 mliardi di vecchie lire. Nella stagione 1997/98, Conte disputò la prima gara di campionato con la maglia del Piacenza, poi passò in azzurro e a gennaio si trasferì al Vicenza. Tre squadre nell’arco di una stessa stagione? La Lega disse ‘no’ e fu introdotta, grazie all’esperienza del ‘Conte’ stesso, una regola che priva i calciatori di vestire tre maglie diverse nella stessa stagione.
A NAPOLI – Si ricorderanno di lui per un ‘disastro’ effettuato in un Napoli-Juve che finì 1 a 2. “Retropassaggio errato di Conte, Fonseca s’inserisce e deposita in rete”. Su nove presenze, una la sprecò così. Non solo. Appena la palla varcò la linea di porta, Conte se la prese con l’intera difesa scagliando il pallone con violenza in Curva. Gesto di stizza per il ‘capellone’ rosso. Almeno possiamo parlarvi di lui. Dopo il Napoli passò al Vicenza, poi alla Samp (epoca in cui la sua chioma sfiorò l’inverosimile, si scherza). Trascorse tre anni in terra ligure prima di trasferirsi al Messina prima e all’Arezzo poi. La sua consacrazione la trovò proprio con la maglia granata degli aretini, quando fu eletto capitano.
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