Un pupillo di Rafa in tribuna al San Paolo. Fabian Ayala ha vinto due scudetti con Benitez nella Liga, erano gli anni d’oro del Valencia che spezzò il dominio di Barcellona e Real Madrid. Prima però di andare a trionfare in Spagna, Ayala aveva indossato la casacca azzurra. Capitano del Napoli e poi della nazionale argentina a metà degli anni ’90, quelli che precedettero il fallimento. L’ex difensore azzurro è tornato a Valencia, oggi ricopre il ruolo di direttore sportivo ed ha rilasciato un'intervista a Il Mattino. « È la prima volta dopo vent’anni che rimetto piede in questo stadio ma seguo il Napoli in tv. Cerco di non perdermi mai le gare degli azzurri. Per motivi di lavoro e anche per ragioni di affetto».
Partitaccia del Napoli? «Ha commesso gravi errori, sfruttati alla grande dagli avversari. Ma è giusto soffermarsi sui meriti del Cagliari, a me è piaciuto molto. Nel secondo tempo ha rischiato di vincere».
La chiave del match? «I tre attaccanti che sono andati a pressare i difensori del Napoli. Un’evidente lezione di Zeman. Ha messo in difficoltà la difesa che non riusciva a costruire il gioco con tranquillità».
Sorpreso dalla prestazione difensiva dei napoletani? «Sì. Non immaginavo che potesse prendere gol simili».
Errori individuali o tattici? «Koulibaly su due reti non è stato impeccabile, però mi sembra che fino a questa gara avesse fatto molto bene. È stata una giornata storta per lui».
Però al Napoli capitano spesso infortuni del genere, colpa forse di Benitez che trascura la fase difensiva? «Mi pare strano.Quando allenava il Valencia la nostra forza era proprio la difesa, subivamo meno gol di tutti. A volte è difficile adattare certi giocatori al proprio credo tattico oppure puoi inciampare in una domenica difficile. Prima di oggi si parlava solo dei progressi fatti dalla difesa e da Koulibaly. Il calcio è questo...»
Il pareggio ridimensiona le ambizioni del Napoli? «Un pochino sì. Purtroppo la squadra non si esprime con continuità quando deve affrontare avversari di livello inferiore. Sta lasciando per strada troppi puntie quasi sempre al San Paolo. Questo non va bene quando devi vincere lo scudetto».
Un modo per dire che non si è ancora al livello di Juve e Roma? «Questo no, perché negli scontri diretti Benitez si è dimostrato addirittura superiore, penso alla sfida vinta con la Roma. La realtà oggi dice che le altre due viaggiano meglio in classifica e non commettono tutti questi passi falsi. Al momento penso che il Napoli sia da terzo posto, che deve essere l’obiettivo minimo».
È solo un problema di difesa? «È mancata anche la velocità nel far girare la palla. Gli azzurri hanno dominato all’inizio poi, dopo il primo gol del Cagliari, c’è stato un calo evidente. Mi aspettavo maggiore intensità magari nei minuti finali».