Lorenzo Tonelli non vede il campo dallo scorso 7 maggio, praticamente un’eternità. Vestiva un’altra maglia – con l’Empoli affrontò l’Inter – ed aveva ben altre ambizioni. Sognava di giocare nel Napoli, ci sperava da un po’, da quando persone a lui vicine gli anticiparono il possibile approdo in azzurro. Tonelli aveva ed ha ancora voglia di lottare per far parte della squadra di Sarri, ma a differenza del passato ora è realmente un calciatore del Napoli, anche se sono in pochi a ricordarlo.
ZERO MINUTI. Dopo sette mesi qual è il bilancio? Nessuna presenza in gare ufficiali, solo una in Primavera e poi tanti allenamenti a Castel Volturno. Ha pagato l’infortunio che s’è trascinato dalla fine della scorsa stagione ma anche l’abbondanza del ruolo. Quando fu acquistato, a maggio scorso, Maksimovic non c’era ancora ed Albiol e Koulibaly non erano così certi di restare. Il futuro sembrava sorridergli anche perché, dì lì a pochi giorni, Tonelli avrebbe anche partecipato allo stage del ct Conte in vista degli Europei. S’allenò a Coverciano, a pochi passi da casa, col sogno di volare in Francia – poi svanito – e l’emozione di ricominciare dal Napoli e dalla Champions League (ma è stato escluso dalla lista UEFA). Quella sensazione di adrenalina è ancora forte ma col senno di poi qualche dubbio in più resta. Tonelli ha ventisei anni ed una carriera ancora da scrivere. Ha l’ambizione di crescere e misurarsi in una squadra forte, la curiosità di capire fin dove potrebbe arrivare.
DEBUTTO SFIORATO. Avrà presto la sua chance ma intanto conserva stretto, quasi fosse reale, il ricordo del debutto solo sfiorato contro la Roma. Quando Maksimovic cadde a terra lui era già pronto ad entrare al suo posto. Di quell’istantanea - datata 16 ottobre scorso - resta una semplice foto postata dal difensore su Instagram con tanto di commento ironico («C’eravamo quasi, noi non si molla») perché sdrammatizzare, alle volte, aiuta ad accettare determinate situazioni. Da allora Tonelli non ha mai più avvertito la sensazione di poter giocare, neanche per un istante. Ha accettato ogni scelta ed ha persino approvato l’idea di aiutare la Primavera di Saurini contro il Milan per ritrovare il ritmo gara e riassaporare certe sensazioni, ormai quasi dimenticate. Ora l’unica salvezza del (suo) pensiero è l’assenza forzata di Kalidou Koulibaly (oggi infortunato) a gennaio per la Coppa d’Africa. Un mese a sua disposizione per trovare finalmente spazio. Dovrà esser bravo a scalzare le gerarchie di Albiol, Chiriches e Maksimovic ma avrà dalla sua la pazienza che non lo ha mai abbandonato: senza sarebbe stato tutto più difficile.