«Diminuire il numero delle squadre in serie A è pura utopia», racconta Carlo Tavecchio a Radio Anch’io lo sport e in qualche modo è una sconfitta. Ma non una resa. La riforma dei campionati è un chiodo fisso del presidente federale: «Però mi sono scontrato con un muro invalicabile. Scendere da 20 a 18 squadre è impossibile perché servirebbero due terzi dei voti». Cioè 14-15 società su 20. Una missione impossibile, scrive il Corriere della Sera: "Dall’estate le componenti stanno lavorando per introdurre un nuovo rating nel calcio professionistico. Il progetto si pone come obiettivo quello di introdurre, all’interno del sistema delle licenze nazionali, un meccanismo di valutazione che misuri il grado di qualità delle società .
In linea di massima alle società in possesso della licenza nazionale verrà assegnato un punteggio che sarà la base da cui poi saranno sottratti i punti per ogni fattore che non risponderà ai requisiti richiesti. I criteri saranno economico finanziari, strutturali (cioè sugli impianti) e sportivi-organizzativi. Per rientrare nei parametri le società dovranno impegnarsi allo spasimo. Se Tavecchio sarà rieletto il prossimo 6 marzo la regola del diciotto, potrebbe diventare quella del «venti»: cioè 20 squadre in A, 20 in B e due gironi da 20 in Lega Pro".