"Se hai le stampelle non puoi essere tifoso". È la denuncia che appare oggi sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno, dove un'intervista al tifoso Antonio Medici espone il tema della disabilità e dell'accessibilità agli stadi italiani.
Il Corriere del Mezzogiorno sottolinea come alla base del divieto di accesso allo stadio ci siano le leggi sulla sicurezza degli stadi adottate dalle società calcistiche che gestiscono gli impianti sportivi dove si proibisce espressamente a chi ha le stampelle di entrare. Anche la SSC Napoli ha adottato questa misura.
Ultime notizie. Antonio Medici, tifoso, commercialista e giornalista, racconta la sua storia al CdM: "A Napoli in occasione di Napoli-Arsenal nell’aprile 2019. Ero con mia figlia, mi respinsero e la presi molto male. Poiché c’erano degli avvocati lì in fila, convinsero gli addetti alla sicurezza a farmi entrare purché mi togliessi le stampelle. Così mi sedetti ma senza potermi muovere per tutto il tempo della partita". A distanza di anni, la situazione allo stadio Maradona non è cambiata da questo punto di vista e i tifosi con disabilità non possono accedere allo stadio muniti di stampelle.
Inter, Lazio, Lecce, Milan, Napoli e Salernitana: tutti questi club hanno nel regolamento d'uso degli stadi delle regole che assimilano le stampelle a maazze da baseball, bastoni e altri oggetti contundenti, disponendone il divieto di introduzione negli impianti.
Il tifoso racconta anche di aver provato a contattare le società di calcio: "Il calcio Napoli non mi ha risposto, ma so che il regolamento prevede di valutare l’ingresso solo per chi si infortuna dopo aver già acquistato il biglietto. Milan e Inter lasciano valutare agli steward, che però non valutano e non fanno entrare allo stadio".