Scrive Mario Sconcerti nel suo editoriale per Il Corriere della Sera: "Non c’è partita col Monaco nemmeno nel ritorno. È quasi imbarazzante la differenza per questi livelli. Il Monaco ha piccole accelerazioni che portano a qualche distrazione juventina, ma la Juve arriva sei-sette volte davanti al portiere con semplici rimesse da centrocampo. Ha molto talento la squadra del principe, ma non ancora la cubatura per queste profondità. La Juve ha dominato quasi solo con il suo carisma. È per altro importante notare l’infortunio nei primi minuti di Khedira. L’intera struttura di Allegri si basa da sempre su Khedira, l’uomo per il quale non è mai esistito turn over. Come una piccola provvidenza, l’infortunio ha mostrato che la Juve è completa anche senza di lui. Gli uomini che spiegano questo cambio di faccia della Juve (appena un anno fa giocavano Evra, Hernanes, Asamoah, Sturaro, Morata, Zaza) sono i tre attaccanti. La Juve ha i migliori d’Europa, temo che Cristiano Ronaldo a Torino farebbe o il tornante o la riserva. Dybala è un giocatore che non esiste altrove, capiremo poi se stare fra le linee sia un vantaggio esistenziale o tecnico, ma nessuno oggi al mondo gioca a calcio come lui. Ma la vera invenzione è Mandzukic schierato alla Pogba, potenza per potenza, solo con più umiltà. Questo è il modello di Allegri, avere un equilibrio di squadra molto chiaro ma non unico. I portoghesi tre secoli fa chiamavano queste idee barroco , erano pietre con facce regolari e percorsi tortuosi, un insieme audace di stili che disorientava. Credo che alla vigilia della finale sia giusto scoprirlo: il calcio di Allegri è barocco in quello stesso senso originale. Metà elementare e metà impossibile. Non melodrammatico, ma virile, con ampi tratti neoclassici. Ci sono tante cose nuove in questa Juve, una modernità voluta e rischiata. Sarri gioca meglio ma non deve anche vincere, quello è il barocco italiano, il Bernini pieno di curve e fanciulli con gli occhi sempre al cielo. La Juve oggi è terragna come il Real, non ha niente in meno e niente in più se non il senso di Allegri per il risultato. Il Real mi ha stupito per la velocità umile a cui riesce a correre, per un professionismo quasi atavico. Ma la Juve ha più calcio nel suo linguaggio. Gioca bene e come serve. Per me parte favorita".