Scrive Mario Sconcerti nel suo editoriale sul Corriere della Sera: Fossi il Milan non darei troppa importanza alla vittoria, mi accontenterei stasera di non perdere. Non perché il Milan non possa vincere, ma perché non è necessario farlo. Per due ragioni:
1) Per vincere un campionato inseguendo, non serve battere la favorita. Se vinci, meglio, nessuno lo impedisce, ma non è quello il risultato base. Le squadre migliori dividono spesso i punti a disposizione nelle due partite dirette. Anche lo scorso anno fu così: 3 punti il Napoli e 3 la Juve, 3 punti la Roma e 3 la Juve. Napoli e Roma persero cioè il campionato per i punti lasciati agli altri avversari. Non è fondamentale essere più forti del proprio miglior avversario, conta soprattutto essere più forti di tutti gli altri 18.
2) Non c’è ancora un distacco forte, il Milan è anzi l’unico nelle ultime 5 partite, cioè oltre metà del campionato giocato, ad aver guadagnato punti sulla Juve. Da 5 giornate è venuta fuori una competitività diversa che resterebbe confermata anche da un pareggio.
3) Non bisogna valutare la Juve da un anno fa. È certamente ancora la più forte, molti suoi giocatori sono i migliori nei ruoli. Non bisogna farlo perché è diversa la Juve e sono diversi gli avversari, per esempio il Milan. Non sto dicendo che la Juve è peggio e il Milan meglio, dico che la camminata della Juve della scorsa stagione non ha precedenti nei 90 anni di campionati a girone unico. È stata cioè una corsa «irregolare», troppo lenta per un terzo di campionato, troppo veloce negli altri due terzi. Quello che è stato «irregolare» molto difficilmente si ripete. È più normale che la Juve debba trovare un altro modo di vincere questo campionato. Per questo un Milan che oggi non perdesse avrebbe comunque il tempo di capire meglio se stesso e l’avversario.
Tornando agli aspetti più tecnici della partita, il Milan è in crescita e la Juve abbastanza immobile. Vince non giocando benissimo. La praticità della squadra sembra aver colonizzato la parte artistica, non si notano molto le differenze dei nuovi. È come se Allegri avesse passato una mano di grigio su tutto perché si fida di più delle tinte uniche. Questo la sta rendendo meno convincente in Champions, più omologata e anche più esposta alle stranezze di avversari tipo Siviglia e Lione. Ma il Milan nel profondo, è dello stesso genere. Ha un po’ di disordine in mezzo al campo, non una fantasia eccelsa, ma trova molti gol, ha un attacco fisico e tecnico. Nella sua foga giovanile Niang copre lo stesso gioco di Dybala, Bacca per rendimento quello di Higuain. Il Milan prende più facilmente gol della Juve ma segna con più facilità. Non è ancora un vero avversario, ha bisogno di tempo. Per questo sarebbe importante non perdere stasera, perché il margine di crescita è leggero, non automatico, ha bisogno di cura. È una partita aperta nonostante la maggior forza complessiva della Juve, perché il Milan ha molti modi per trovare il gol. La Juve è il puledro vero, ma il Milan è un tafano di razza, fastidioso. Racconterà se la Juve ha difficoltà di gioco o di singoli e come si può confrontare il Milan con la stagione. Per adesso è una delle 4 squadre a poter ancor vincere il campionato secondo i numeri. Le altre sono Juve, Roma e Napoli, cioè le uniche che hanno perso 2 o meno partite. Ed essendo la statistica una piccola scienza, perdendo stasera il Milan salirebbe a 3 sconfitte, cioè sarebbe fuori. Per questo conviene resistere.