Ne sono passati tanti di attaccanti in riva al Golfo. Ma di bomber veri molto pochi. Gonzalo Higuaìn appartiene a questa categoria così come Beppe Savoldi. Qualche generazione fa Ferlaino riuscì a portarlo in azzurro pagando la bellezza di due miliardi di lire. Una cifra incredibile per quei tempi. Al punto di far gridare allo scandalo. Nulla a confronto dei quaranta milioni di euro spesi da De Laurentiis per il cartellino del Pipita. Certo è che l’argentino li sta valendo tutti considerato il rendimento attuale ma anche ciò che ha fatto nei due anni di gestione Benitez. «Gonzalo è un numero nove fenomenale - ha affermato Savoldi - e se continua a segnare così lo scudetto è possibile».
Cosa vede di diverso rispetto al passato in Higuaìn? «Adesso è tranquillo, sereno. Da quando è andato via Benitez e ha trovato la serenità e la consapevolezza delle proprie possibilità. Merito sicuramente di Sarri».
È anche una questione di crescita? «È una serie di fattori. Lo vedo tranquillo con Sarri, meno rissoso rispetto all’anno scorso. Non so cosa avesse. Questo giocatore, al di là dell’esperienza, potrà migliorare le proprie potenzialità ».
Sarri ha detto che vuole sempre il massimo dal Pipita... «È chiaro che l’allenatore deve dire certe cose per spronare i suoi uomini. Poi uno può esprimersi come vuole. Bisogna avere fiducia, uno come Higuaìn non ha bisogno di avere richieste. Lui ha i numeri del bomber e li esprime senza problemi».
Domanda secca: questo è l’anno dello scudetto? «Quattro settimane fa ho detto che questo è un campionato equilibrato come non mai. Fortunatamente non c’è una ammazza torneo e quindi c’è l’opportunità di poter vincere lo scudetto. Tra le pretendenti al titolo c’è anche il Napoli. Sta giocando bene».
In che cosa si è migliorati? «Il fatto stesso che il Napoli non prende gol è un dato significativo. Vuol dire che Sarri rispetto a Benitez ha capito che la difesa doveva essere guardata in un certo modo. L’ha rivista e corretta. È un dato importante».
A centrocampo poi va tutto per il verso giusto... «Se la difesa ha preso meno gol vuol dire che c’è stata una evoluzione positiva. Ha fatto sì che i centrocampisti non dovevano sorbirsi spazi troppo ampi da coprire. Non è una questione di due o tre in linea, ognuno ha meno responsabilità, si fa meno fatica rispetto allo scorso anno. I difensori vanno in avanti e quindi danno una mano».
Perciò Jorginho è migliorato? «È difficile poter capire se è questa la ragione».
Reina quanto conta in questo gruppo? «Possiamo parlare dal di fuori e immaginarci delle cose. Pepe dà tranquillità e serenità ai difensori. Adesso possono rischiare perché sanno di avere un grande portiere. I difensori crescono rispetto ai centrocampisti. È una concomitanza di fattori».
Merito di chi? «Io credo che in questo sia stato bravo Sarri e capire quali erano i difetti e i pregi dei suoi. È stato criticato all’inizio perché non si vedeva il gioco. Era abbastanza normale. Non ci ha pensato due volte a togliere Valdifiori. Nonostante era il suo pupillo all’Empoli, l’ha messo da parte. Questo vuol dire che ha il polso della situazione. E poi il suo Napoli gioca al calcio».