Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, Maurizio Sarri deve il suo exploit come allenatore ad un falegname di Stia, in provincia di Arezzo, dove è stato girato il film 'Ciclone' di Pieraccioni. Il signor Vanni Bergamaschi, amico di Sarri, racconta: "Ogni volta che mi vede me lo ripete sempre. Ricordo che lo Stia non navigava in buone acque, Sarri era un terzino di quelli grintosi e ho sempre pensato che avrebbe fatto l'allenatore. Un giorno chiamò un altro suo amico, detto il 'caciano', dicendogli che avrebbe dovuto fargli da osservatore e lo mandava su ogni campo delle nostre prossime avversarie, voleva sapere qualsiasi cosa dei loro calciatori. Un osservatore in Seconda Categoria non s'è mai visto, ma i nostri difensori sapevano tutto dei loro avversari". Altra novità. La squadra restava almeno una volta a settimana a cena negli spogliatoi per fare gruppo. Continua Vanni: "Poi s'inventò gli schemi sui calci piazzati che spesso battevo io. Uno, due o tre, iniziammo a segnare anche in quel modo".
Un altro suo ex collega, Federico Ugolini, all'epoca giovane calciatore dello Stia, racconta ancora: "Quando avvenne il cambio in panchina ci rimasi male, non ero abituato a certe cose. Maurizio lavorava in banca, ma non appena si sedette su quella panchina tutti capimmo ch'era quello il suo posto. Il suo primo modulo fu il 3-5-2 con Bergamaschi tra le linee a supportare l'attacco".
Così Maurizio Sarri passò dallo Stia al Faella, sempre in Seconda Categoria, dove incontrò Mirko Tinagli, altro suo grande amico che portò con sè fino ai tempi di Pescara: "Anche da giocatore Maurizio era un maniacale. Faceva la pre-preparazione. Finiva di lavorare in banca e andavamo a correre insieme nel bosco di Figline, quello che ora è di Sting, il cantante. Un giorno mi chiese di andare ad allenare i portieri al Faella. Mi venne da ridere perchè nessuna squadra di Seconda Categoria aveva un allenatore solo per i portieri. Accettai, così Sarri iniziò a scrivermi tutti i programmi da seguire. Ricordo di aver studiato un video di Lido Vieri". Dopo la panchina del Faella, ecco quella del Cavriglia. Tinagli, ad oggi, è il custode degli Uffizi ed è sempre lui a raccontare tutto: "Siamo stati tre anni al Cavriglia, ci hanno esonerato per i risultati che stentavano ad arrivare, ma giocavamo un bel calcio".
Qualche anno dopo Sarri passò sulla panchina del Sansovino dove lo chiamò Nario Cardini, direttore sportivo del club: "Seguivo le sue squadre e mi sono sempre piaciute". Il Sansovino è in Eccellenza, non ci sono stipendi, ma solo rimborsi spesa. L'allenatore guadagnava un milione di vecchie lire al mese, massimo. "Giocavamo col 4-4-2 o col 4-2-3-1, ma alla gente piaceva il nostro calcio, si divertivano a vederci. Sapete, Maurizio è iper scaramantico. Un giorno passammo davanti ad un campo di pannocchie e gli dissi che se ne avesse prese tre in quel momento avrebbe segnato tre gol nella prossima partita all'avversario. Lui lo fece e la domenica vincemmo 3 a 0 a Cascina. Quando finì la stagione del granturco passavamo per i campi a prendere tre mele, tre pere o tre noci".
Dal Sansovino alla Sangiovannese, sempre in C2. Stavolta l'attaccante è Ciccio Baiano, vecchia conoscenza del calcio partenopeo, che spiega: "Mi spostò subito di ruolo. Facevo la prima punta, ma passò col farmi fare il trequartista dietro l'unica punta. Ora capisco perchè ha provato con Insigne sulla trequarti. Quello è un ruolo che è sempre piaciuto a Sarri, è un maestro nello spiegare i movimenti. Voleva chre indossassimo solo scarpette nere, ma per me faceva un'eccezione e me le faceva mettere bianche".
Da lì il Pescara e via via fino ad arrivare in A con l'Empoli.