Il nodo da sciogliere non è il contratto di Sarri, lungo fino al 2020 seppur con una clausola rescissoria da otto milioni con la quale l’allenatore può «liberarsi» a partire dalla fine della prossima stagione, ma quanto questo contratto rende sereno e ancora motivato Sarri. Lo scorso anno dopo le «turbolenze» di inizio trattativa gli era stato rinnovato e De Laurentiis all’allenatore che aveva portato il Napoli alla qualificazione diretta in Champions, aveva raddoppiato l’ingaggio. Nel calcio non esistono accordi definitivi fino a scadenza. Esiste invece l’abitudine di rinegoziare, di premiare. E di rinnovare la stima e la fiducia con l’unico strumento possibile, quello appunto del denaro.
Come riporta Il Corriere del Mezzogiorno: "Giusto oppure no riaffrontare l’argomento contratto? Giusto e meritevole sara' dare un segnale all’allenatore che ha battuto record di vittorie esterne e gol, che si avvia a chiudere un’annata straordinaria. Il club avrebbe dovuto aspettare (come da contratto) la fine del prossimo anno per «liberarsene», se avesse fatto male, pagando una penale di un milione. Proprio come Sarri che, documenti alla mano, dovrà aspettare che un’altra società per strapparlo al Napoli paghi una clausola di otto milioni. Tutto qua, tutto a fine estate 2018". Intanto Sarri aspetta un segnale per dare via al programmi della prossima stagione.