Il punto di partenza di Arrigo Sacchi è il pensiero di una vita: il calcio è un gioco dove il singolo deve armonizzarsi al resto del gruppo per scrivere il copione più bello.
È per questo che nella sua carriera non ha mai dato tanto peso al mercato di gennaio?
"Per far sì che tutti recitino lo stesso spartito ci vuole tempo. A gennaio difficilmente trovi il giocatore che sappia inserirsi subito e, ai giovani, occorre dare proprio quel tempo necessario per ambientarsi..."
Gli equilibri del campionato, quindi, sono destinati a restare gli stessi di fine anno?
"Il Napoli di Sarri è uno spettacolo, la Roma prova sempre a mettere in mostra un calcio propositivo, ma la Juve è un’altra cosa".
Dentro confine o anche in Europa?
"La società bianconera ha quella superiorità morale, di regole e stile che, in Italia, non vedo. E se il confronto si allarga, oggi la Juve è fra i primi due o tre club al mondo per organizzazione e visione del futuro".
Quante possibilità hanno i ragazzi di Allegri di imporsi in Champions League?
"Sono convinto che questo possa essere l’anno buono: le altre grandi faticano, basta guardare come il Real Madrid ha vinto il Mondiale per club in Giappone. E se in Premier in testa ci sono due squadre, Chelsea e Liverpool, che non fanno la Champions..."
La Juve al passo delle corazzate europee...
"La Juve ha tutto per vincere: il tecnico, i giocatori, e come detto, la società. Deve credere più in se stessa..."
Tradotto?
"Negli ultimi quarant’anni la Champions è andata nelle mani di chi ha vinto dominando, tranne due o tre eccezioni. E per dominare intendo quella maniera di scendere in campo che ti permette di impossessarti dell’inerzia della gara: ecco che cosa intendo quando dico creder di più in se stessa".
Un peccato che attraversa tutto il nostro calcio...
"Da noi si ragiona così: ti ho fatto gol, adesso ti aspetto. Ma segnare non è un reato, io non ho mai visto un pugile non approfittare delle difficoltà dell’avversario sul ring".
Un peccato senza via d’uscita?
"No, qualcosa si sta muovendo. Passi significativi: guardate come il Napoli, la Roma, il Milan, la Fiorentina, ma anche realtà minori come l’Empoli o il Sassuolo vanno ad affrontare le partite di campionato. Vedo più coraggio".