In campo 117 gol, 60 napoletani, 57 romanisti. Roma-Napoli, oltre al crocevia decisivo per il secondo posto, rappresenta la sfida del gol. Una costante da quando in panchina ci sono Spalletti e Sarri che anche nella passata stagione chiusero il campio- nato con il primo (83 reti) e secondo (80) attacco del torneo. Rispetto ad un anno fa, le vie del gol sono pero' cambiate. Perche' se la Roma proprio in questo periodo s’interrogava dell’involuzione di Dzeko e virava sul falso nueve, il Napoli si affidava invece quasi esclusivamente alla vena realizzativa di Higuain, capace alla fine di segnare 36 gol e superare cosi' il record di Nordhal. Oggi le parti si sono invertite. Edin e' tornato a fare quello che ha sempre fatto in carriera (e' gia' a quota 18) mentre il Napoli, complice l’infortunio al crociato di Milik, ha optato per l’attacco senza punti di riferimento che fece le fortune di Lucio.
RIPRESE SPRINT Metamorfosi che ha fatto perdere alla Roma l’etichetta della cooperativa del gol. Lo scorso anno a segnare almeno una rete in campionato furono in 19, ora sono 10. Il Napoli viaggia invece alla stessa media (11) della passata stagione, anche se i gol di Higuain sono stati distribuiti tra Mertens, Hamsik, Callejon e Insigne. Un altro aspetto che sorprende, e' la distribuzione delle reti. Perche' se le due squadre viaggiano piu' o meno con la stessa media (2,19 marcature a partita per la Roma, 3 di media in casa, 1,5 in trasferta; 2,31 il Napoli, 2,14 in casa, 2,50 in trasferta), la Roma da' il meglio nell’ultimo quarto d’ora di gara dove ha segnato il 28% delle sue reti (15 su 57) mentre i partenopei concentrano nella prima mezz’ora della ripresa il 47% (27 su 60) dei loro gol. Considerando che in 26 giornate le squadre di Spalletti e Sarri non hanno segnato soltanto in tre occasioni (la Roma sempre in trasferta ad Empoli, Torino e Firenze; il Napoli in casa con l’Atalanta e fuori sempre con i bergamaschi e Genoa) sabato difficilmente ci si annoiera'.