Quasi amici. Così Rudi Garcia e Rafa Benitez. Non c’è mai stata antipatia tra gli allenatori che sabato si affronteranno all’Olimpico per una cruciale Roma-Napoli. Partita fondamentale per tanti motivi. Sono diversi, ma anche simili. Tra i due c’è simpatia reciproca. E sicuramente stima. In ballo c’è quella famosa cena che forse non c’è (ancora) stata. E non sarà né il pranzo di Pasqua né il pic-nic di Pasquetta. Per ora l’unico prato verde sarà quello dello stadio di Roma, dove andrà in scena una partita dai toni drammatici. Così la vedono i romanisti, con un ambiente furioso, furente e deluso per una stagione incredibile. Nel mirino è finito proprio lui, Rudi Garcia. Le folli frasi post Juventus, “Vinceremo lo scudetto, ora ne sono sicuro”, si sono rivelate distruttive. Non serviva un genio per capire che il buon Rudi si era seduto su una cassa di bombe pronte a esplodere. È successo, soprattutto dopo lo scioccante 7-1 casalingo inflitto dal Bayern Monaco. La Roma ha perso certezze e probabilmente la convinzione di essere forte. E pensare che alla vigilia di quella partita i giallorossi si erano auto-proclamati favoriti per arrivare alla finale. Queste due “botte” hanno distrutto un giocattolo quasi perfetto. E in più si sono messi gli infortuni. Una serie di nefasti eventi che hanno messo in ginocchio i giallorossi: rapidamente fuori dall’Europa (prima dalla Champions e poi dall’Europa League) e già prima aveva salutato la Coppa Italia. Non si vincerà niente neanche quest’anno, e i processi sono già cominciati. La speranza è di conservare il secondo posto (e in agguato c’è proprio l’odiata Lazio) e portare quantomeno la squadra in Champions League. È quello l’ultimo approdo per Garcia, che ha in mano pochissime carte che potrà giocarsi. E di fronte ci sarà Rafa Benitez: anche lui è stato macchiato da una frase infelice. Alla vigilia del play off Champions League contro il modesto Bilbao disse: “Se usciamo non sarà una tragedia”. Un’inquietante profezia che ha caratterizzato tutta l’annata del Napoli. Anche per lo spagnolo sono arrivate le critiche. Ma il paragone col collega giallorosso non tengono. Il Napoli sta faticando in campionato (è quarto dietro Lazio e Sampdoria) ma nelle coppe vola. La finale di Coppa Italia è vicina (e di fronte ci sarà proprio la Lazio nel ritorno della semifinale) mentre in Europa League gli azzurri hanno la possibilità di dimostrare il loro valore contro il forte Wolfsburg per poter arrivare alle semifinali e rilanciarsi con forza verso un traguardo che avrebbe un significato storico e cambierebbe completamente la prospettiva di Benitez al Napoli. Ma intanto c’è la sfida del sabato santo. Le due “disperate” vogliono rilanciarsi, e i due allenatori tormentati puntano a riconquistare la fiducia e l’entusiasmo dei tifosi. Né il Napoli né la Roma giocano bene e meritano di avere un’altra chance prima di mandare al “patibolo” mediatico due tecnici che nella scorsa stagione erano considerati profeti in patria. Dalla “chiesa al centro del villaggio” al “sin prisa sin pausa”, una storia fatta di parabole e promesse di cene: ma stavolta l’appuntamento sarà al massimo per il pic-nic di Pasqua. E chissà che l’obiettivo non possa essere un mezzo sorriso a testa, da mettere sul prato.