Vedendolo seduto in tribuna accanto al presidente della Figc Carlo Tavecchio e a Michel Platini, in tanti si sono chiesti cosa ci facesse l’altra sera a Ginevra Aurelio De Laurentiis. Possibile che il patron del Napoli sia andato in Svizzera solo per vedere dal vivo l’amichevole di fine stagione tra Italia e Portogallo? La risposta, ovvia, è no. A Ginevra, nello stadio del Servette, De Laurentiis l’altra sera ci è andato per due motivi. Il primo, legato al Napoli, è stato chiaro sin da subito. Il patron tuttofare, l’unico presidente che opera sul mercato in prima persona, è diventato ormai anche osservatore. E perciò i giocatori, da Immobile a Darmian passando per Soriano, vuole vederli lui e dal vivo, valutarli in prima persona: “Me ne piacciono tanti, siamo in una fase di ridefinizione totale”. L’altro motivo, però, è molto più riservato e serio ed è quello ad averlo spinto in Svizzera martedì sera: una missione diplomatica. Auspice Tavecchio, Don Aurelio voleva parlare con Platini, presidente dell’Uefa. Preoccupato, il patron azzurro, per i segnali arrivati da Nyon dopo la sua sfuriata a seguito del disastro arbitrale in Napoli-Dnipro, semifinale d’andata di Europa League. Platini, allora, non aveva replicato, ma l’atteggiamento dell’Uefa rispetto al Napoli era cambiato e non certo in meglio. Arrivarono così l’arbitraggio non certo esemplare nella gara di ritorno col Dnipro, poi le porte chiuse al San Paolo nella prima gara europea della prossima stagione e, dulcis in fundo, il giudizio su una eventuale esclusione del Napoli dalle coppe per il ‘caso Gianello’ del 2013. Per questo, De Laurentiis a Ginevra voleva ricucire il rapporto con l’Uefa. Apparentemente la missione sembra compiuta: i due hanno parlato fitto prima della gara, poi seguita fianco a fianco e si sono salutati con un abbraccio. “Ho detto a Platini che se non cambiamo questo calcio tra 150 anni lui ci sarà ancora e lui s’è fatto una risata ed ha detto di sì”, ha detto il patron. E Platini, a ruota, ha confermato di essersi “chiarito con De Laurentiis” e che loro due sono “molto amici”. Solo diplomazia? Forse. Di sicuro domani la commissione Uefa che concede le licenze deciderà non solo il futuro di Sampdoria e Lazio ma anche quello del Napoli. Che dice di non saperne nulla e che la sua posizione è stata già valutata lo scorso anno, visto che il caso Gianello è del 2013, ma che rischia di subire la ‘ven-detta’ dell’Uefa. Specie se la missione diplomatica di De Laurentiis in Svizzera non sarà stata abbastanza efficace.