Secondo l'edizione di oggi di Repubblica, ha salutato Napoli con lo stile che lo ha contraddistinto sempre in questi due anni. Quello di un ragazzo semplice che ha sempre badato alla sostanza. Manolo Gabbiadini è lontano anni luce dagli eccessi del calcio moderno e il congedo prima della nuova avventura al Southampton non poteva certo discostarsi troppo da questa immagine: lui, la compagna Martina e il figlioletto Tommaso tranquillamente a passeggio sul lungomare ieri mattina con Emanuele Giaccherini, non certo soddisfatto dell’impiego ridotto nell’ultimo periodo, e la moglie Dania (poi tutti a pranzo con Maggio). Gabbiadini si è concesso con gentilezza e disponibilità ai tifosi, con i quali la passione non è mai veramente esplosa. Il carattere riservato è stato interpretato come un ostentato distacco e una freddezza eccessiva. Le motivazioni dell’addio, però, sono altre. Il feeling tattico con Sarri non è mai decollato in un anno e mezzo. «Lo vedo come punta centrale nel nostro 4-3-3». E così Gabbiadini si è ritrovato alternativa di Gonzalo Higuain nell’annata record del Pipita (36 reti). Lui, a dire il vero, si sarebbe disimpegnato volentieri come attaccante esterno nel tridente ma l’esperimento è stato archiviato dall’allenatore che lo ha proposto solo in pochissime circostanze. La storia non è cambiata neanche dopo l’addio di Higuain. Gabbiadini è stato protagonista solo per una notte (quella del poker rifilata in amichevole al Monaco), troppo poco per ipotizzare un colpo di scena. Milik lo ha scalzato a suon di gol (7 in 9 partite) e neanche l’infortunio del polacco è riuscito a cambiare un finale già scritto. Gabbiadini si è sempre sentito sulla graticola (la sostituzione contro la Roma nella prima gara nel post Milik è l’esempio più eclatante) e ha poi dimostrato di gestire male la pressione. Il rosso di Crotone, le prestazioni negative da prima punta e l’esplosione di Mertens nel ruolo che doveva essere il suo hanno di fatto chiuso la sua avventura. Gabbiadini l’ha onorata con grande professionalità. Il rigore trasformato a Firenze, le prodezze contro Sampdoria e Spezia hanno confermato le qualità di un talento che si è acceso soltanto a sprazzi collezionando comunque 25 reti (uno ogni 124 minuti). Il presidente De Laurentiis lo ha mollato soltanto ieri alle 17.45 dopo una full immersion di sei ore con Silvio Pagliari, procuratore del giocatore, che con pazienza ha rimesso in piedi i cocci di una trattativa, diventata complicata domenica sera dopo l’1-1 col Palermo. Il Napoli ha accettato l’offerta solo nel pomeriggio, quando ha capito che alternative non ce n’erano anche perché Gabbiadini spingeva per l’addio. Il Southampton, dal canto suo, ha cambiato l’offerta alzando la parte fissa da 16 a 17 milioni (più 3 milioni di bonus). De Laurentiis, che lo aveva pagato 13 milioni nel 2015, si è riservato pure una percentuale sulla futura rivendita. Gabbiadini è partito ieri sera alle 21,20 per l’Inghilterra. Lo aspetta una nuova sfida. Quella col Napoli si è conclusa col sapore dell’incompiuta.