Fabio Quagliarella, attaccante della Sampdoria ed ex Napoli, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera. Vi proponiamo alcuni stralci.
Il Napoli decide di cederla alla Juve e l’idolo diventa il grande traditore.
"Già. E non potere spiegare la verità era devastante. Immagini un po’: da una parte lo stalker, dall’altra una città contro... Quando tornavo a Castellammare dovevo camuffarmi. Li capisco, era il cuore che li guidava. Ma mantenere la calma era dura: a volte giocavo solo col corpo, la testa era altrove".
Dopo sono arrivate le scuse della sua città...
"Dello striscione esposto durante Napoli-Crotone (Nell’inferno in cui hai vissuto... enorme dignità. Ci riabbracceremo Fabio figlio di questa città, ndr ) ho fatto un poster. Conosco la mia gente: col cuore mi hanno chiamato traditore, col cuore mi hanno riaccolto quando hanno conosciuto la verità".
Resta il rimpianto di non essere rimasto a Napoli.
"Sognavo di starci per sempre, diventare capitano, vincere... A volte gioco a Sliding Doors e mi rivedo in idoli amati come Hamsik o Insigne..."
Ma un futuro al Napoli per lei è ancora possibile?
"Alla Samp sto da favola, ho fatto il capitano e ho tifosi magnifici che hanno capito il senso profondo delle mie dichiarazioni su Napoli. Poi so che a 34 anni è difficile. Ma con la mia gente è come se avessi vinto uno scudetto, e mi basta".