L’ultimo Napoli potenzialmente così vincente lui l’ha seguito da molto vicino, perché ne era il direttore sportivo. La volata finale sarà decisiva per gli azzurri, ancora senza certezze a tre partite dalla conquista dell’Europa League e a quattro giornate dalla fine del campionato. Ancora in bilico, dunque, per stabilire se questa stagione sia un successo o un fallimento. Per capire le possibilità del Napoli, allora, la redazione del quotidiano 'Il Roma' si è rivolta a Gigi Pavarese.
Questo Napoli potrebbe davvero emulare quello di 26 anni fa. Ci sono serie possibilità, considerate le avversarie, di poter vincere di nuovo questo trofeo? «Il Napoli parte da favorito, ma non dimentichiamo che il Siviglia ha qualcosa in più in termini di esperienza, avendo già vinto la competizione tre volte negli ultimi 10 anni. Inoltre, noto troppo ottimismo nell’ambiente; per quanto il Dnipro possa essere un avversario più abbordabile, non va dimenticato che è arrivato meritando in semifinale. Ma comunque sono certo che Benitez saprà fare in modo che i suoi non sottovalutino l’avversario. Occhio anche alla Fiorentina, però; pure in vista di un’eventuale finale».
Se non è l’Europa League, il Napoli potrebbe provarci in campionato. «Conquistare l’accesso in Champions è l’unico obiettivo che darebbe senso alla stagione del Napoli e se gli azzurri non rientrano nelle prime tre della classifica, la stagione sarebbe praticamente un fallimento. Se la Champions arrivasse con l’Europa League, ben venga, ma il Napoli deve rientrare fra le prime tre del campionato. E può farcela: il calendario è più agevole rispetto a quello della Lazio con cui ha lo scontro diretto all’ultima di campionato. Perciò, penso che gli azzurri riescano a conquistare il terzo posto, con la Lazio quarta e la Roma, in ripresa, seconda».
Una grande conquista potrebbe essere il rinnovo di Rafa Benitez, così da non sconvolgere un assetto che può dare risultati ancora migliori con i giusti accorgimenti. «Io ne sono un estimatore, infatti. Ma tutti i discorsi per il futuro tra lui e il presidente potevano avvenire molto prima. Nel periodo di massima difficoltà del Napoli con le tre sconfitte consecutive in trasferta (a cavallo tra febbraio e marzo, ndr), il rinnovo dell’allenatore avrebbe dato la giusta serenità all’ambiente e ai calciatori stessi, che non avrebbero avuto più alibi e sarebbero stati mentalmente più liberi».