Mura: "Al Napoli non manca il carattere ma una caratteristica da grande squadra: sbandate inspiegabili, al di là degli episodi"
Scrive Gianni Mura nel suo editoriale per La Repubblica: "Due calci di rigore non evidentissimi, il primo c’è tutto, ma che Dybala infila bene. Sul secondo, mezzo Napoli s’attarda a reclamare un rigore su Albiol, pure questo non evidentissimo, e in due passaggi la Juve porta Cuadrado a contatto con l’uscita di Reina, che dà l’impressione di toccare il pallone prima delle gambe di Cuadrado. La chiave della partita sta in questi episodi ma, prima ancora, in un ripensamento di Allegri, che inizia con la difesa a 3 ma nell’intervallo, sotto nel risultato, decide di tornare alla difesa a 4. Cuadrado, determinante, per Lichtsteiner è la logica consuenza. Come a Madrid, il Napoli segna per primo poi subisce la rimonta. Stavolta, con più episodi su cui discutere. Ma bisogna aggiungere che è il Napoli, con una serie di errori, a favorire la Juve, che come al solito sa aspettare il momento buono per colpire. Sull’1-1 il Napoli si fa sorprendere in ritardo (Albiol) su rimessa laterale. Il 2-1 nasce da una frittata Koulibaly-Reina. Abile Higuain ad approfittarne, quasi da fondocampo. Hanno molto limitato il turn over, i tecnici. Sarri cambia i difensori esterni e dà spazio a Rog, considerato un oggetto misterioso. Niente male, per quel che s’è visto ieri. Ha corsa, iniziativa, fisico, può tornare utile in un periodo così fitto d’impegni. Uscito Hamsik, i tre centrocampisti del Napoli sommavano 65 anni. Possono essere il futuro, al presente pesa di più l’esperienza della Juve. Il Napoli è riuscito a spaventarla nel primo tempo, scomparendo progressivamente. Higuain che al quarto minuto di recupero, sul 3-1, va in pressing sulla difesa del Napoli cercando il quarto gol è il simbolo di una squadra che non molla mai. Le difficoltà in avvio di manovra, grazie al sacrificio di Milik su Bonucci, sono sparite con la difesa a 4. Con cui la Juve è più squadra. Non è il carattere che manca al Napoli, semmai la capacità di gestire il vantaggio. Passa da momenti di forza collettiva (velocità, precisione, appena calano son dolori) a sbandate inspiegabili. È pensabile che le ultime sconfitte abbiano lasciato un segno profondo, una scia di insicurezza. E si sa che chi ha paura di sbagliare è più portato a sbagliare. Sarri ha pochi giorni per aggiustare i meccanismi della squadra: né la Roma né il Real perdonerebbero il ripetersi degli errori mostrati a Torino. E il progressivo calo, mentale e fisico. Nel secondo tempo il Napoli praticamente non ha fatto un tiro in porta".
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