Gigi Simoni e i suoi sessantadue anni di calcio, vissuti da giocatore, allenatore e dirigente, passando da grandi club come Inter e Napoli a piazze di provincia come Cremona, Cosenza e Gubbio: «le montagne russe della vita», apre così la sua biografia «Simoni si nasce: tre vite per il calcio». Ne parla l'edizione odierna de Il Mattino. La prefazione eÌ affidata a Claudio Baglioni, il cantautore romanista che conobbe Simoni quand’era allenatore della Lazio e a cui regaloÌ una medaglietta nella cena del congedo. Nel libro ha fatto il conto dei successi - 7 promozioni in serie A, record assoluto - e non ha nascosto l’amarezza degli esoneri. Nelle rosa ideale degli ex compagni c’eÌ Juliano, in quella dei giocatori allenati Taglialatela, Cruz, Ayala e Boghossian, i quattro azzurri che accompagnarono Simoni nella seconda tappa napoletana della sua vita. La prima nel ‘61, dopo la promozione col Mantova in A. Fu dato in prestito al Napoli in B. E scopriÌ una cittaÌ che gli sarebbe entrata nel cuore, con i suoi personaggi, a cominciare da Achille Lauro. «Volle ricevermi dopo aver letto che mi avevano definito il Sivori dei poveri: era seminudo in terrazza e mi chiamava guaglio’». Gigi guidava la brillante Cremo- nese quando arrivoÌ la chiamata di Ot- tavio Bianchi, direttore tecnico del club. «Voleva sapere tutto: come lavoravo sul campo, come allenavo i vari reparti, quale modulo prediligevo, come trattavo i calciatori. Una specie di terzo grado. In quel momento lo ritenni un po’ eccessivo, poi quando ho rivestito l’incarico di direttore tecnico ho capito meglio l’importanza di conoscere a fondo la metodologia e il carattere del tuo allenatore». Poi l'Inter. A Pasqua l’incontro con Moratti e poi quello con il proprietario del Napoli. Simoni ammise di aver raggiunto l’accordo con l’Inter e la risposta dell’ingegnere gli piacque: «Sono contento per lei, eÌ un signore: non tutti si sarebbero comportati cosiÌ». Non avrebbe immaginato, Gigi, che a quelle parole sarebbe seguito l’esonero che gli impediÌ di guidare la squadra nella finale di Coppa Italia contro il Vicenza. «Ferlaino volle farmi un dispetto». La terza e ultima tappa di Simoni a Napoli nel 2003, quando fu chiamato dall’imprenditore alberghiero Salvatore Naldi. «Non pensavo minimamente all’ipotesi di tornare a Napoli, in quel periodo ero in contatto con Fabrizio Lucchesi per allenare la Fiorentina. Il 10 novembre 2003 arrivoÌ la chiamata del Napoli».