L'editoriale di Antonio Corbo per l'edizione di Repubblica:
"L’ottavo pareggio è la storia di un’altra grande illusione.
Come l’Inter, forse meglio. Ma sono ancora tre i punti di distacco dalla capolista. Sembra che tutto possa cambiare, alla fine niente cambia. Non resta che raccontare un altro dolce inganno a capo di una partita intensamente vissuta.
Ecco, il Napoli pensa di trovare subito le sue buone stelle. Dove si decise il suo secondo scudetto si sente spinto da venti e ricordi favorevoli. La vittoria a Bologna gli prenotò il secondo scudetto mentre crollava a Verona il Milan. Beata primavera 1990. Sono passati 35 anni, non era neanche nato il gigante che schioda stavolta la partita con un’azione personale irresistibile nel coraggio e nel sincronismo dei movimenti.
Anguissa stende in diabolica progressione tre avversari e fa cadere il quarto, Miranda, senza neanche sfiorarlo, per poi superare in dribbling Skorupski, il portiere che lascerà i guanti a Ravaglia, non si sa per infortunio o sconforto.
Vincenzo Italiano è tradito dalla sua ansia di stupire. Come nella sua guida più temeraria cura molto il gioco offensivo ma trascura la fase passiva, uno squilibrio fatale al Bologna che sulle prime sbanda nel subire le ripartenze. Conte oltre i vetri della cabina dove si rinchiude per la squalifica ammira lo spettacolo di un Napoli equilibrato, astuto e tagliente. Non sarà così nella concitata ripresa ma la squadra è bella da vedere e ben messa in campo. Tranne Neres che si sarà perso nel viaggio, il Napoli riparte fluido, ma esibisce anche un controllo ferreo dei centrocampisti. Conte ha studiato il Bologna,teme gli esterni Orsolini e Ndoye.
Blocca le fonti di gioco, vi riesce con le marcature strette su Freuler e Odgaard. Nel primo tempo è preziosa la direzione tattica con Lukaku, centravanti arretrato vecchia maniera. Potrebbe produrre di più se Neres fosse attento, raggiunto da un luminoso diagonale offensivo del maturoattaccante belga. Lo spreca. Non è serata per Neres, il rimpianto dell’escluso Raspadori si somma all’imperfetta condizione di McTominay costretto ad uscire a metà della ripresa. Comincia il lavoro più impegnativo dell’allenatore Stellini e probabilmente per il comandante che lo ispira dall’alto della cabinasopraelevata. Più bravo Italiano nei cambi. Né Stellini né Conte escludono Neres, lo sopportano fin troppo, prima di inserire finalmente Raspadori ma sono passati già 73 minuti ed il Bologna si è preso ormai la scena. Domina.
Sembra non gli basti l’1-1. Uscito McTominay non resta che inserire il connazionale scozzese Gilmour che copre la destra chiedendo ad Anguissa di trasferirsi armi e bagagli nella zona classica di McTominay. Non si tratta di doppio play, perché Lobotka avanza per dare inventiva all’attacco e Gilmour vigila alle sue spalle. Non aiutano le ammonizioni dei difensori laterali Di Lorenzo (buona nel primo tempo la catena di destra) e Olivera, opposto ad un impalpabile Orsolini, uscito in anticipo, lui che era il più in forma e il più temuto. Stenta ad entrare in partita Raspadori, tocca ai combattenti Lobotka, Rrahmani, Olivera e il sorprendente Scuffet. È il solito supplizio degli amarissimi finali, con due soli cambi fino al ruggente minuto 90. Formidabile all’inizio, avvilente quando poco a poco si spegne. Di questo Napoli sono fantastiche ormai solo le attese e le promesse, non lasciano che il ricordo di un’eterna e irrisolta sofferenza".