Dalle sue parti non si passa e sarebbe perfino superfluo chiederglielo. Nulla di personale nelle idee di Kalidou Koulibaly, semplice voglia di svolgere per bene il proprio mestiere e, se è il caso, anche superarsi, esaltarsi, andando oltre ogni singolo compito, quasi avvicinandosi alla perfezione del suo mestiere di difensore tutt’altro che rognoso, leader del movimento “bellezza del calcio” legato al dna della sua squadra d’appartenenza, centrale elegante ed anche fine, piedi educati, testa alta e grande voglia di otturare tutto: vie di passaggio, opportunità, speranze, intuizioni anche solo abbozzate da avversari prima illusi e poi difficilmente consolabili. In serie: Dzeko, Higuaìn (solo in campionato), Immobile, Icardi ed ora anche Belotti hanno provato invano a far gol al Napoli, si sono sbracciati tentando di far ciò che, da sempre, gli riesce meglio. Tutti a secco, in astinenza d'esultanze e sorrisi, vittime della propria ombra che li ha seguiti ovunque concedendogli poco. E poi con Sarri anche il rinnovo: desiderato, voluto, quasi preteso ed infine ottenuto dopo un’estate travagliata con le richieste dell’agente e la promessa mantenuta da De Laurentiis, l’aumento (fino al 2021) ed anche l’inserimento della clausola rescissoria nel nuovo contratto. Ma la cifra resta un mistero: quanto servirà, eventualmente, per invogliare Koulibaly a liberarsi dal Napoli? Se lo chiedono soprattutto in Inghilterra e specialmente il Chelsea di Conte. È un dubbio che persiste ed andrà risolto al più presto, anche perché De Laurentiis non accetterà mai di avviare trattative. In estate l’offerta dei Blues da oltre 50 milioni fu rispedita al mittente ma il nome del senegalese resta nella lista del tecnico italiano.