Juventus-'Ndrangheta: difficile venire a capo di una questione così delicata. Il caso ha destato scalpore in tutta Italia, da Nord a Sud e i giornali non parlano d'altro. Il 26 maggio avrà inizio il processo sportivo in cui Andrea Agnelli rischia la presidenza del club. Un bel grattacapo, dal quale è molto complicato venirne fuori. Intanto, il legale della società, Luigi Chiappero, ha contestato quanto sostenuto da Pecoraro: infatti, nei giorni scorsi ha lanciato la richiesta di rendere pubblico il contenuto di quell’audizione con l’hashtag #desecretatePecoraro. Secondo quanto evidenzia l'edizione odierna di Repubblica, "il presidente Agnelli aveva in un primo momento escluso qualsiasi rapporto con Dominello, mentre l’ultima versione afferma che se incontri ci sono stati non sono mai stati a tu per tu. Nelle 36 pagine della memoria difensiva inviata alla Figc, gli avvocati escludono che sapessero di avere a che fare con ‘ndranghetisti, ma soprattutto che lui non sapeva dei contenuti dello zaino con gli striscioni".
Il club torinese finisce sul banco degli imputati anche per una questione legata ai biglietti. Pare, infatti, che ci sia un'ammissione su per D'Angelo, Merulla e Calvo: "Hanno dato biglietti oltre il consentito e il primo anno anche gratis, ma solo per garantire l’ordine pubblico e informando sempre le forze dell’ordine".