È accaduto di tutto in questa notte di fine estate. Una notte milanese, aspettando il 1 settembre. La data è quella cruciale, l’ultimo giorno di mercato. Il Napoli lo ha trascorso all’inseguimento di Roberto Soriano, il colpo che De Laurentiis aveva in mente da mesi e che non ha mai mollato, anche quando il giocatore insisteva spiegando che il suo sogno era andare al Milan. L’ultimo spiraglio si è aperto lunedì alle 15, quando il Milan ha spiegato alla Sampdoria che Soriano non era più un obiettivo dopo l’arrivo di Kucka. Il ds del Napoli Cristiano Giuntoli era arrivato in treno poco prima, intorno alle 14. Subito si è fiondato dalla Sampdoria per trattare sulla cifra del cartellino: un’intesa che si sarebbe trovata a 12 milioni di euro, più il prestito di Zuniga con metà stipendio pagato dal Napoli. Ma allo stesso tempo si lavorava per ottenere il sì del giocatore, che dal ritiro di Coverciano ha voluto farsi rassicurare al 101% che il Milan davvero non lo voleva più. Il suo obiettivo era di lavorare con Mihjalovic, ma quando ha capito che non c’era verso ha aperto al Napoli. Colloqui telefonici con Giuntoli e anche De Laurentiis, e un’intesa arrivata a fatica dopo un’iniziale “sparata” sull’ingaggio che ha irritato il presidente. Dopo il primo sì intorno alle 18, si è cominciato a lavorare sui famosi diritti d’immagine: Soriano non ha mai fatto problemi, lasciando che De Laurentiis trovasse un accordo con la società che gestisce le sponsorizzazioni del giocatore. Quando tutto è stato definito, anche nero su bianco con gli incartamenti pronti, erano ormai le 22,20. Contratti che andavano firmati e controfirmati (su ogni foglio), una quantità enorme di carte che ha scoraggiato il Napoli: i tecnici si sono subito resi conto che non c’era tempo a compilare tutto. La famosa mail che poteva sostituire gli incartamenti non dava garanzie e l’effetto sarebbe stato lo stesso. Il Napoli, di fatto, alle 23 ancora non aveva tutti i documenti firmati da Soriano e dal suo entourage, nonostante le firme principali fossero arrivate. Insomma, si dovevano completare gli incartamenti, ma tra Zuniga (anche qui accordo complesso) e i diritti d’immagine sarebbe servita almeno un’altra ora. Ed è questo che ha deluso De Laurentiis, che ha visto decadere gli accordi trovati a fatica e anche le firme preliminari, che però non fanno fede. Le regole all’Ata Hotel sono chiare: i contratti non solo vanno firmati in ogni parte entro le 23, ma sempre entro quell’orario vanno depositati e ratificati in Lega. Solo così possono ritenersi validi. Ma non c’è rottura, non c’è polemica: con la Samp tutto chiarito, la “colpa” non è la loro. Parti deluse, Soriano compreso, e la voglia di riprendere il discorso a gennaio. Si spera non all’ultimo momento...