Giusto parlare di Sarri e di un modulo che hanno cambiato la storia del Napoli 2015-2016. Impossibile non dare grandi meriti a Gonzalo Higuaìn che con i suoi nove gol in campionato ha fatto vincere molte partite. È tutto il gruppo che è rinato ma un plauso maggiore lo merita un numero uno di nome e di fatto: Pepe Reina. Il ritorno alla base del portiere spagnolo è stato il colpo di classe di una società che non ha perso tempo a riprenderselo dopo l’esperienza al Bayern Monaco. Tanti i rammarici per non averlo tenuto nello scorso torneo poiché a quest’ora la situazione sarebbe diversa e molto probabilmente si starebbe giocando in Champions League. Ma non si può sapere. La cosa fondamentale è che al momento opportuno non si è perso tempo. E i frutti si sono visti subiti. Sin dai primi giorni di ritiro a Dimaro. È stato lui ad accogliere i nuovi arrivati. Sarri lo tiene molto in considerazione. Ma al di là dell’aspetto caratteriale, va messo in conto la qualità tecnica del diretto interessato. Si fa trovare sempre pronto anche nelle poche volte che gli avversari calciano in porta. Inoltre, comanda il reparto con il telecomando e Koulibaly gli è molto grato perché gli comunica sempre cosa fare. La sua sicurezza in area con un possesso palla perfetto e i lanci lunghi calibrati poi sono il top.
A promuovere ai pieni voti Pepe Reina sono stati gli ex portieri del Napoli. Partendo da quelli di qualche anno fa fino ad arrivare ai giorni nostri. Il coro è comune: «È lui l’uomo in più di Sarri». Galli e Garella lo stimano molto: «Fatta eccezione di Buffon alla Juventus, solo il Napoli ha un vero pezzo forte tra i pali. Reina è forte sotto tutti i punti di vista, la sua presenza si sente eccome. Ha la qualità e l’esperienza giusta per poter permettere agli azzurri di fare il salto di qualità. Le sue qualità si notano quando si fa trovare pronto anche quando gli avversari calciano una sola volta in porta».
Pino Taglialatela l’ha sempre stimato sin dai primi giorni e quando andò via criticò la scelta societaria. Ma due estati fa l’investimento era troppo esoso e senza la qualificazione in Champions era difficile tenerlo. «È uno dei più forti portieri al mondo - ha spiegato l’ischitano - perché oltre ad essere completo dal punto di vista tattico riesce a fare la differenza soprattutto fuori dal campo. Ha tenuto lo spogliatoio unito quando non si vinceva nelle prime tre partite. Ha dato fiducia a Sarri che non finirà mai di ringraziarlo. È fondamentale anche per chi sta dietro di lui. E mi riferisco a Gabriel che può solo imparare per la sua carriera futura».
Sulla stessa lunghezza d’onde anche Gennaro Iezzo. Lo stabiese ha fatto parte del Napoli di De Laurentiis. Lasciò la serie A per sposare il progetto azzurro in C1. Sono passati molti anni da quelle stagioni e il club è cresciuto incredibilmente: «Quando hai campioni come Reina in squadra è tutta un’altra cosa. Pepe è uno che sa il fatto suo, ha anni di esperienza internazionale alle spalle e conosce determinate situazioni che si vengono a creare durante una stagione calcistica. Si fa trovare sempre pronto e sa come uscire dai problemi. Inutile dire che tecnicamente è fortissimo. Conosce i tempi di uscita e tra i pali diventa difficile superarlo. Poi usa i piedi come un libero alla vecchia maniera. Non so se alla fine si vincerà o meno lo scudetto ma il passo del Napoli è quello giusto. Ci sono tutte le componenti per poter ambire al salto di qualità. Poi naturalmente ci sono anche le avversarie, ma se gli azzurri giocano sempre come hanno fatto dalla quarta giornata in poi la lotta al titolo sarà molto aperta. Ma la porta sarà chiusa grazie a Reina».