La storia siamo noi. È questo lo slogan del Napoli di Benitez dopo la storica qualificazione ai quarti di finale di Europa League. È bastato uno 0-0 in casa della Dinamo Mosca per poter raggiungere un obiettivo che mancava dal 1989, praticamente da quando Maradona e soci vinsero la Coppa Uefa. In passato il club di De Laurentiis si era fermato sempre agli ottavi ed, invece, ieri sera ha finalmente passato il guado. Va detto che non era difficile farlo visto il 3- 1 del San Paolo, ma le partite vanno sempre giocate. Soprattutto dopo il tracollo di Verona. Higuaìn e compagni, però, in campo internazionale hanno dimostrato di avere intensità, equilibrio e carattere. Praticamente tutto quello che serve per essere una grande. Peccato che non sempre questo mix fa parte del Napoli. Bisogna ancora un po’ di esperienza ha detto Rafa a fine partita per poter essere all’altezza della squadra del grande Diego Armando Maradona. Benitez, comunque, ha dato un segnale forte sin dal primo minuto. Rafa ha voluto scegliere un Napoli superoffensivo per conquistare la storica qualificazione ai quarti di finale di Europa League. Non ha badato a spese la davanti il tecnico spagnolo. Ha utilizzato tutti i pezzi da novanta per dimostrare la propria forza al collega Cherchesov. Era stato criticato per il braccino corto di Verona il madrileno e per evitare qualsiasi tipo di sorprese, ha dichiarato guerra alla Dinamo Mosca con l’artiglieria pesante. E bene ha fatto visto che i russi si sono dovuti difendere nonostante dovessero ribaltare il risultato dell’andata. Benedetto quel 3-1 del San Paolo che dopo ventisei anni ha permesso al Napoli di ripresentarsi tra le prime otto migliori squadre della Coppa Uefa. All’epoca riuscì ad alzarlo il trofeo. E stessa cosa vorrebbe fare anche adesso. La partita è stata preparata bene e nel primo tempo si sarebbero potuto chiudere i conti segnando almeno un gol. Maggio, Mertens e Callejon avrebbero potuto mettere subito a tacere la Dinamo Mosca ma non sono stati molto precisi. Per il resto, però, il Napoli è stato bravo a gestire il pallone evitando ai russi di avvicinarsi troppo dalle parti di Andujar. Qualche difficoltà c’è stata sui calci da fermo ma fortuntamente Samba quando ha segnato era in netta posizione di fuorigioco. Così come Kokorin. Ma non si poteva pretendere di non rischiare nulla contro una squadra che aveva concluso la fase a gironi vincendo tutte le partite. Certo, al San Paolo si era sciolto come la neve al sole ma a casa propria non poteva fare solo la presenza. Se è rimasto all’asciutto, il merito è tutto di un Napoli che ha saputo interpretare bene la partita. L’ha controllata da grande squadra. Quella che piace al tecnico, al presidente De Laurentiis e soprattutto ai tifosi napoletani. Che anche iersera, nonostante la distanza e il freddo, hanno seguito i propri beniamini fino a Mosca. Oggi gli azzurri conosceranno i prossimi avversari, sperando che non ci sia il derby con la Fiorentina che ha asfaltato la Roma all’Olimpico. Ormai a questo punto della competizione europea sono tutte forti e quindi l’una vale l’altra. «Ci metterei la firma per una finale tutta italiana», ha detto Benitez. Sarebbe il massimo ma adesso il suo Napoli deve concentrarsi sul campionato dove le prestazioni non sono le stesse di quelle europee. Domenica al San Paolo arriva Reja e la sua Atalanta. Vista la classifica i tre punti sono d’obbligo altrimenti la zona Champions si allontanerà sempre di più. Per raggiungerla, poi, si dovrà vincere l’Europa League ma il cammino è ancora lungo. Quindi, meglio blindarla almeno con il terzo posto, poi si vedrà.