Lo dicono in molti: il calcio è tutto, o quasi, nella testa. Convinzione, serenità mentale e fiducia nei propri mezzi. Questo il modo per ottenere qualcosa di concreto. Il percorso “interiore” di Lorenzo Insigne è stato caratterizzato da quesiti e fallimenti, momenti difficili ed altri esaltanti. Spesso crescere non significa acquisire qualcosa ma liberarsi da questo qualcosa. Il percorso tecnico del talento di Frattamaggiore fa immaginare per lui un futuro con un ruolo tutto nuovo, forse perfino a centrocampo. Probabilmente era destino. Stavolta ci ha messo parecchio Antonio Conte, che qualche giorno fa è stato a Castelvolturno e non certo per un tour di piacere. Nei pensieri del commissario tecnico della nazionale italiana Lorenzo Insigne c’è eccome. Il non convocarlo nelle sue prime esperienze non è stata una scelta “liberatoria”, fatta per scaricare l’attaccante azzurro. Conte ha voluto mettere un attimo da parte quello che lui reputa un calciatore da rivalutare, e naturalmente da recuperare. Il ruolo, quello il problema. Non si offenda Lorenzo, ma la Serie A è diversa dalle categorie inferiori, e in A lui segna poco. Un obiettivo difficile la doppia cifra, quindi altrettanto complicato parlare di lui come di bomber. Ma se ci sono grandi doti tecniche perché non sfruttarle? Col pallone tra i piedi è fenomenale, ma sa muoversi anche senza pallone. Corre in modo instancabile e ha la capacità di sacrificarsi per la squadra, in modo spontaneo. Senza farsi pregare. Contro la Roma è stato eccezionale: nel primo dribbling insuperabile, con l’avversario sistematicamente saltato. Ne sa qualcosa Zdenek Zeman che lo utilizzava nel 4-3-3, ma in posizione d’attacco. In Serie B a Pescara faceva tutto: saltava avversari come birilli e segnava. Ecco, il 4-3-3: il modulo che Antonio Conte pensa prima di andare a dormire. Le nuove convocazioni per la sosta della prossima settimana si avvicinano, e ci sarà anche Lorenzo Insigne. O almeno tutto fa pensare a questo: l’idea dell’ex allenatore della Juventus è di utilizzare l’azzurro proprio in questo modulo, ma non nel tridente offensivo. L’idea di Conte è di mettere Insigne nel tre di centrocampo: una posizione che l’attaccante conosce, ma che di fatto gli cambia ruolo. Probabile che a Insigne l’ipotesi sia già stata prospettata, e a giudicare dal rendimento di queste ultime partite l’idea lo stuzzica. Anche Benitez ammicca e sorride, visto che ha spostato Insigne un poì più indietro, liberando l’attaccante dall’obbligo di catapultarsi in area palla al piede e arrivare stanco. Ciò che piace a Conte è che messo a centrocampo Insigne possa ondeggiare sulla trequarti e creare la superiorità numerica. Una situazione che piace anche a Benitez. Ma ora tocca a lui: se Insigne si libererà dall’ossessione dal gol e dalla convinzione che bisogna per forza andare in rete, potrà diventare un centrocampista di qualità e in grado di arrivare fino in area avversaria. Una condizione mentale. Una svolta inattesa.