L'uomo della provvidenza, la risorsa in più. Ma defilato, in campo e fuori. José Callejon assorbe tutta la carica dell'ambiente in silenzio, per poi rilasciarla in partita. Sempre pronto, a piazzare la zampata decisiva per un Napoli che non sa rinunciare a lui. E' lesto, lo spagnolo, nel nascondersi dietro Nagatomo e approfittare della disattenzione del giapponese. Il gol partita porta la sua firma e riapre i discorsi per quella rincorsa al secondo posto che dopo il pari di Reggio Emilia pareva compromessa. San Siro esplode al triplice fischio: sono molti di più, i napoletani, di quelli che si vedono nel settore ospiti. Esultano, per aver avuto un'altra possibilità. Un punto di distanza dalla Roma, tecnicamente due, visto il vantaggio dei giallorossi negli scontri diretti. Ma la classifica è ben lontana dal dare verdetti, anzi: conferma un Napoli ancora pienamente in cosa per il piazzamento alle spalle della Juventus.
I NUMERI tanto cari a Maurizio Sarri depongono, stavolta in maniera concreta e inoppugnabile, a favore della sua squadra. Per la seconda volta in Serie A, infatti, gli azzurri sono usciti due volte vittoriosi da San Siro: a pagare dazio, infatti, all'inizio del girone di ritorno, c'è stato anche il Milan di Montella. Cifre che esaltano pure lo spagnolo, che ha nell'Inter la sua vittima preferita. Sono quattro, le reti siglate da Callejon ai nerazzurri, con questa che potrebbe valere un'intera stagione. In totale sono 14, rese ancor più preziose perché arrivano dopo un utilizzo continuo. L'esterno è mancato soltanto in un'occasione, perché squalificato. Poi ha giocato tutte le altre gare in cui è stato impegnato il Napoli: su 47 gare, ne ha disputate 46, di cui 45 dal primo minuto; è partito dalla panchina soltanto contro lo Spezia, incontro valido per gli ottavi di finale di Coppa Italia.
QUARTO TENORE azzurro, un ruolo che però non gli sta stretto. Non ha mai rincorso riconoscimenti di questo tipo, lo spagnolo. Nemmeno nelle trattative per il rinnovo, durate poco. Volontà comune di proseguire insieme e un pretesa economica ritenuta più che ragionevole da De Laurentiis. Niente annunci in pompa magna, solo una foto di rito negli uffici della Filmauro a Roma, un incontro peraltro sfuggito alla maggior parte dei media. «Crediamo nella Champions diretta, abbiamo fame, - ha detto al novantesimo - non vogliamo fermarci. Mertens? Deve restare».
LA SUA NAPOLI è fatta di contemplazione. Ha trovato la sua dimensione, con la famiglia, finalmente tutta in pianta stabile in città. L'euforia di una vittoria così preziosa è già finita, la gioia per aver deciso la sfida è stata convertita in nuova energia: da questo momento, ogni occasione delle quattro che mancano alla fine del campionato potrebbe essere quella buona per scavalcare la Roma. E ridare ai napoletani la sicurezza di vivere notti da Champions League. Con la consapevolezza di aver contribuito, ancora una volta in maniera determinante, ma sempre in silenzio.