Ultime notizie Serie A. È passato ormai qualche anno dalla scomparsa del Chievo: dopo le penalizzazioni del 2018, il club veronese ha iniziato un rapido declino culminato con la scomparsa definitiva del club nel 2021, per mano di un Tribunale che ha condannato la società clivense per inadempienze tributarie. La vicenda legale del Chievo, però, non si è ancora conclusa, e dopo le condanne della giustizia sportiva il club si rivolge al Consiglio di Stato, con un ricorso che si spera possa restituire al Chievo l'onore e i cartellini dei calciatori svincolati.
Il Corriere della Sera oggi in edicola, però, raccogliendo le dichiarazioni dell'avvocato Stefano De Bosio, legale del Chievo, segnala i pericolosi rischi di un conflitto di interessi che rischia di compromettere il giudizio in Tribunale.
"Ma voi vi fidereste - scrive il Corriere della Sera - se la sentenza finale da cui dipende la vostra vita stessa fosse nelle mani di magistrati che fanno parte contemporaneamente di un tribunale parallelo che vi ha già dimostrato d’ignorare il clamoroso conflitto d’interessi? È quanto può capitare oggi al Chievo se, paonazzi d’imbarazzo, quei giudici a doppio servizio, del Consiglio di Stato e dei «tribunali» calcistici (sui cui verdetti sempre loro decidono), non decidessero di mettere fine all’obbrobrio proibito per legge facendo saltare una catena di scelte che non fa onore né ai giudici né al calcio".
In effetti, la presidenza della Quinta sezione delegata del Consiglio di Stato potrebbe essere affidata agli stessi membri della Giustizia Sportiva che hanno già condannato il Chievo. E così anche tre membri su cinque del consiglio chiamati oggi a giudicare il Chievo
Per fare un esempio: lo stesso presidente attuale del Consiglio di Stato Franco Frattini è stato per anni fino a sette mesi fa presidente di sezione del massimo organo amministrativo e in abbinata presidente del Collegio di Garanzia Giustizia Sportiva.