Di estro e palleggio. E di velocità, autorevolezza, e finalmente di gol. Il Napoli e il calcio italiano avevano bisogno di una notte così rosa, dentro uno degli stadi più grandi e ardui d’Europa, pieno di antico fascino come la città che lo contiene, Lisbona. Scrive l'edizione nazionale de La Repubblica: Quando gioca così, il Napoli ha pochi eguali. È una squadra di assoluta bellezza tecnica, del tipo più puro su un manto d’erba. A volte sembra non volersi sporcare con quella fastidiosa incombenza della rete, roba per gente qualunque. Spesso, questo diventa il suo unico limite ma non stavolta. Così abbiamo il Napoli primo nel suo gruppo e la Juve quasi: non era scontato, e non era neanche facile. I piccoletti di Sarri hanno nel sangue la classe dei brevilinei, stupende le azioni di Callejon e soprattutto Mertens, assist e gol da favola, è lui il generatore d’energia della squadra, il variatore di velocità. Il belga ha cambiato la partita al primo gesto, come un grande attore che si fa bastare un battito di ciglia. Il Napoli può diventare una rogna per chiunque. Dagli ottavi non si va avanti e neppure si esce con le goleade, servono pazienza e palleggio, bisogna gestire un pallone dopo l’altro e non andare mai in affanno difensivo. L’eliminazione diretta è un delicato gioco d’equilibrio, spesso basta un golletto in trasferta per non cadere dalla trave e anzi piroettarci sopra. Il Napoli non possiede una grande forza d’urto ma sa diversamente urtare, ti può rimbambire di passaggi come un Barcellona bonsai, Mertens e Insigne non li butti mai a terra e mai perdono la palla. Il famoso cratere d’area che ha ingoiato per ragioni diverse Higuain, Milik e il fu Mattia Pascal Gabbiadini, in Champions si può riempire di terra differente. Per questo non ci stupiremmo se il Napoli andasse un bel po’ avanti, a dispetto di tutto e di sé.